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16 aprile 2025, Aggiornato alle 18,06
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Logistica

Mediterraneo, l'Italia dialoga con il nordafrica

Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (Intesa San Paolo) pubblica le ultime statistiche sugli intescambi commerciali nel Med. In quest'area il 70 per cento avvengono via mare, soprattutto con i paesi del Sud


Nel Mediterraneo il commercio marittimo italiano guarda soprattutto al Nordafrica con uno scambio pari al 50,7% del traffico totale da e per la penisola e volumi del valore di 20,6 miliardi di euro. In più nell'area mediterranea il nostro paese predilige gli scambi via mare con una quota del 70% sul trasporto totale nazionale. La statistica figura nel nuovo numero semestrale "Porti e Mediterraneo" realizzato da  Srm (Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, gruppo Intesa San Paolo) insieme all'associazione dei porti italiani Assoporti, uno strumento che propone dati, analisi e testimonianze sulla logistica e sulla portualità italiana nel contesto dell'economia mediterranea.
Il commercio verso il sud del Mediterraneo include in particolare Algeria, Egitto, Libia, Marocco, Tunisia; a seguire per volumi movimentati l'area dell'East Med (Israele, Libano, Siria e Turchia) con quasi 17 miliardi di euro pari al 41,8% del traffico totale, infine quella dell'Adriatic Med (Albania, Bosnia‐Erzegovina, Montenegro e Croazia) con circa 3 miliardi di euro (7,5%). Tra i singoli paesi coinvolti negli scambi marittimi italiani è segnalata al primo posto la Turchia, seguita da Tunisia ed Egitto, con un flusso di merci quantificabile in circa 11,3 miliardi di euro.
Dai dati presentati emerge la posizione di primo piano rivestita dall'Italia in Europa per ciò che concerne l'interscambio commerciale con l'area Med, che avviene quasi esclusivamente via mare (40,6 miliardi di euro, oltre il 70%).
Il paper di Srm-Assoporti approfondisce anche il ruolo degli scali italiani nella geografia della competizione portuale nel Mediterraneo e del Mar Nero e analizza la funzione e le prospettive del traffico merci e passeggeri dei porti italiani, nonché le imminenti sfide che l'intero cluster marittimo dovrà affrontare per cogliere le opportunità legate ai cambiamenti politico sociali che stanno coinvolgendo i paesi dei versanti meridionale ed orientale. 
In questo numero di "Porti e Mediterraneo" Assoporti e Srm intervistano Sixte Cambra, Luigi Merlo e Sergio Prete, presidenti di tre porti che all'interno del bacino rivestono un ruolo di best players: Barcellona, Genova e Taranto. Le interviste mostrano strategie, progetti e i dati più interessanti delle tre realtà infrastrutturali anche loro coinvolte in un momento "economicamente" complesso come quello che sta attraversando la nostra economia; non mancano le riflessioni sulle prospettive.
«Porti e Mediterraneo - commenta il presidente Assoporti Francesco Nerli - intende rappresentare un momento di riflessione non solo sullo scenario attuale ma specialmente sui vari possibili scenari futuri, per ragionare sulle scelte che l'Italia deve fare nel settore marittimo anche al fine di favorire l'internazionalizzazione, per mantenere un ruolo di primo piano nell'economia mediterranea».
«Questo lavoro - afferma il direttore generale di Srm Massimo Deandreis - conferma l'impegno di Srm nella valorizzazione del trasporto marittimo, patrimonio economico del nostro paese, e si inserisce nel più ampio progetto di Srm dell'"Osservatorio Permanente sulle Relazioni Economiche tra l'Italia e il Mediterraneo" che si propone di comprendere le dinamiche e l'impatto di reciproca relazione economica tra l'Italia e i Paesi Mediterranei, dinamiche in cui i porti assumono un ruolo rilevante, poiché rappresentano una piattaforma naturale di sviluppo all'interno dell'Area Med».