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11 marzo 2025, Aggiornato alle 16,47
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Armatori

Limiti allo zolfo, "Poche spese per gli armatori"

Antoine Kedzierski di  Transport & Environment  spiega come aggiornare le navi alle future norme Ue sulle emissioni. Le soluzioni: combustibile raffinato (costoso), filtri (rumorosi) o gas (perfetto per lo short-sea shipping) di Paolo Bosso  


di Paolo Bosso 
 
La Commissione e il Parlamento Ue hanno raggiunto un accordo informale che dal 2020 obbligherà le navi a viaggiare con una percentuale di zolfo nel combustibile per tonnellata pari allo 0,5, attualmente è del 3,5. Una nuova regola che, dopo un accordo "informale" ma unanime, sarà messa a breve nero su bianco. Da qui a otto anni ce ne vorrà di tempo, ma si tratta di un tempo giusto per adeguare le flotte, per esempio, con nuovi filtri, oppure più semplicemente acquistando bunker più raffinato. Antoine Kedzierski, policy officer per Transport & Environment, organizzazione ambientale di Bruxelles che dal 1990 raccoglie le proposte di cinquanta membri tra organizzazioni e autorità su nuove regole da adottare sulle emissioni del trasporto, ci racconta quali saranno i prossimi passi dell'Europa, perché il Mar Baltico ha una restrizione addirittura inferiore dello 0,5%, e quali soluzioni adotteranno gli armatori. «Queste regole sono nuove – precisa Kedzierski - ma si basano su norme risalenti al 1999 e che si uniformano alle direttive Imo del 2008 che l'Europa vuole implementare».
Cosa faranno gli armatori per adeguare le loro flotte?
Gli armatori hanno di fronte a sé tre soluzioni. La prima è quella di acquistare combustibile già raffinato, soluzione più facile ma più costosa; oppure si potranno installare dei filtri, soluzione più economica ma che creerà un altro problema: si tratta di apparecchiature che creano dei rifiuti di scarto; infine impiegare carburante alternativo, come il gas. Lo short-sea shipping, il trasporto marittimo a corto raggio, adopererà quasi sicuramente quest'ultima soluzione. In ogni caso, ogni costo addizionale a cui gli armatori andranno incontro può essere ben ammortizzato risparmiando già da adesso sulla navigazione, ad esempio limitando la velocità di crociera. Per quanto riguarda i costi del bunker, da qui ai prossimi otto anni si spera in un mercato petrolifero più economico».  
Perché il Mar Baltico ha un limite dello 0,1%?
Fondamentalmente a causa dell'alto livello di acidificazione. Questo mare, insieme al canale della Manica e al Mare del Nord rientrano dal 2005 nel Sulphur Emissions Control Areas (un indice che stabiliva un limite di zolfo per tonnellaggio pari al'1,5% ndr). Nel 2008 tutti i paesi dell'Ue hanno raggiunto un accordo affinché la Commissione Ue implementasse le norme Imo che stabilivano un limite dello 0,1%.
Quali saranno i prossimi passi dell'Europa?
Formalizzare l'accordo tra la Commissione e Parlamento, che già è stato raggiunto, ma non ancora di fatto. Manca ora la stipula di un trattato nero su bianco». Dato alquanto per scontato.