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22 aprile 2025, Aggiornato alle 14,49
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L'ennesima deroga al decreto anti-inchini

Il comune di Livorno esprime parere favorevole ad un'ordinanza della capitaneria che pone limiti differenti alla navigazione rispetto alla norma ministeriale. Legambiente: "Brutta figura"


Il decreto anti-inchini, una norma che dovrebbe essere applicata in maniera uniforme in tutto il territorio nazionale, subisce l'ennesima modifica per essere "adattata" dai singoli porti. Il decreto interministeriale regolamenta la navigazione delle navi con un peso superiore alle 40mila tonnellate, fissando un limite di due miglia oltre il quale le superiori a questa stazza non possono avvicinarsi in prossimità di determinate aree indicate dalla norma, come la laguna di Venezia, l'isola del Giglio e i cosiddetti "santuari" dei cetacei presenti in Sardegna, Campania, Liguria, Francia. Il decreto sta rischiando però, a botte di deroghe e modifiche, di indebolirsi sempre più, vanificando l'effetto positivo della tragedia del Costa Concordia, quello di regolamentare la navigazione dei giganti dei mari in aree delicate.

Dopo il canale di San Marco di Venezia, che per ragioni logistiche - ma sarebbe meglio dire commerciali - non avendo spazi alternativi per gli approdi ha sostanzialmente "rimandato" l'applicazione del decreto a quando sarà ultimato un approdo offsore a Malamocco, ora tocca a Livorno. Il comune toscano ha infatti espresso parere favorevole ad un'ordinanza della capitaneria di porto in deroga al decreto. L'ordinanza prevede limiti differenti al decreto in prossimità dell'Isola di Gorgona e delle Secche della Meloria in modo da creare un corridoio navigabile verso il porto di Livorno.
L'assessore comunale di Livorno Mauro Grassi, pur precisando di essere "favorevole" al decreto anti-inchini, si dice favorevole alla deroga della capitaneria «perché individua un corridoio che consente la piena operatività del porto di Livorno». Una richiesta simile venne fatta tempo fa da Ischia attraverso Federalberghi e Ascom-Confcommercio.

Critica l'associazione Legambiente. «Avevamo già detto che il decreto anti-inchini aveva dei buchi per alcune isole – afferma all'Ansa Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Toscana - vediamo che se ne stanno facendo altri e proprio dove ci sono i parchi nazionali. Non è possibile che un decreto nazionale fissi parametri per ragioni di sicurezza partendo proprio da quanto è successo nell'Arcipelago Toscano e poi, per le stesse ragioni, questi limiti vengano ridotti proprio a Livorno, porto che è una delle maggiori mete delle navi cariche di sostanze pericolose. Non ci facciamo una bella figura: qui ci sono stati il disastro della Costa Concordia ed una serie impressionante di incidenti. Il nostro territorio deve essere più difeso, anche stabilendo altre rotte, non cercando deroghe per il traffico mercantile».