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21 novembre 2024, Aggiornato alle 16,10
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Politiche marittime

"Legge Salvamare", Marevivo denuncia la mancata applicazione del decreto attuativo

I fondi, spiega l'associazione, galleggiano nella totale inerzia della burocrazia, insieme con i cumuli di plastica e rifiuti che continuano a scorrere indisturbati nei fiumi d'Italia

Rifiuti nel Tevere (Ph: Corriere.it)

I fiumi italiani sono diventati corsie privilegiate di tonnellate di rifiuti che confluiscono direttamente nel mare e gli interventi previsti dalla "Legge Salvamare" per arginare il problema rimangono in standby, in attesa di bandi mai emanati. La denuncia giunge da Marevivo, che si è battuta a lungo per l'adozione di questa legge fondamentle per la tutela dell'ambiente.

La legge n. 60 del 2022 all'articolo 6 prevede, infatti, lo stanziamento di una somma di quasi 6 milioni di euro, ripartiti in tre annualità (2024, 2025, 2026), da destinare ai sette distretti idrografici italiani per la raccolta dei rifiuti galleggianti dai fiumi, ma nulla finora è stato realmente fatto. Questo ha il sapore della beffa, spiega Marevivo,  visto che si tratta dell'unico decreto attuativo emanato della "Legge Salvamare".

I fondi, dunque, galleggiano nella totale inerzia della burocrazia, insieme con i cumuli di plastica e rifiuti che continuano a scorrere indisturbati nei fiumi d'Italia senza che nessuno muova un dito per arrestarne l'avanzata verso il mare. Ad oggi, denuncia la Fondazione Marevivo, in mancanza dei bandi, tutto tace. I nostri fiumi sono sempre più inquinati e ci si chiede il perché, considerato che gli interventi strutturali previsti dovrebbero essere realizzati entro il termine ultimo del 2026.

Il decreto, tra l'altro, prevede che le Autorità di bacino distrettuali inviino al ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, entro il mese di settembre di ogni anno, una relazione annuale sullo stato di attuazione degli interventi in cui siano riportati gli avanzamenti della spesa effettiva sostenuta e delle opere realizzate, nonché delle attività previste nel programma. E cosa ancora più grave: "In caso di mancato avanzamento annuale sull'impiego delle risorse economiche e sull'attuazione degli interventi e attività previste nel programma pari ad almeno il 70% delle risorse stanziate per ogni annualità, l'erogazione delle risorse economiche delle annualità successive è revocata".

La sola regione che vira in direzione opposta per la raccolta dei rifiuti dai fiumi è la Sicilia, la cui Autorità di Bacino distrettuale si sta adoperando per concretizzare le opportunità offerte dalla legge n. 60 del 2022. Quest'ultima, purtroppo, non ha ancora trovato attuazione nel Lazio, dove sia il Tevere che l'Aniene sono in attesa degli sbarramenti previsti. Di recente, oltretutto, è stata rimossa la barriera acchiapparifiuti installata sull'Aniene dalla Regione Lazio nell'ambito di un altro piano regionale e, in attesa dell'avvio della nuova procedura di appalto, anche questo esempio virtuoso, che negli anni ha consentito di raccogliere tonnellate di rifiuti, è venuto a mancare in un momento stagionale critico che risente dell'effetto dei cambiamenti climatici ed esaspera normali fenomeni temporaleschi trasformandoli in eventi estremi.

"Gli ottimi risultati di questi anni confermano la nostra volontà di proseguire sul cammino intrapreso e ripristinare al più presto lo sbarramento sull'Aniene per contribuire a ridurre l'inquinamento ambientale" fa sapere Fabrizio Ghera, Assessore Mobilità, Trasporti, Tutela del Territorio, Ciclo dei rifiuti, Demanio e Patrimonio della Regione Lazio.

"Pochi giorni fa - dichiara il segretario generale di Marevivo, Raffaella Giugni - dalla sede di Marevivo sul Tevere si assisteva alla scena surreale dello scorrere di frigoriferi, cassettiere, pneumatici e lavatrici lungo le acque del fiume, a dimostrazione dell'urgenza non più prorogabile di installare al più presto ulteriori barriere, in vista della stagione invernale e dell'intensificarsi delle piogge che porterà sempre più rifiuti nei corsi d'acqua".