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18 aprile 2025, Aggiornato alle 18,44
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Le proposte di Roma per un piano della logistica

Concluso l'incontro di Roma, politica e porti sembrano aver trovato un accordo. Per gli operatori la priorità è l'autonomia finanziaria. Giachino: "Superare il trasporto su strada"


Una sala pienissima. L'interesse è alto. Proposte concrete ancora poche ma il primo passo è stato fatto. Dalla capitale il Piano Nazionale della logistica prende una forma, seppur poco definita, ma pur sempre una forma. Per lo meno si è visto in atto un lavoro congiunto tra Consulta generale dell'autotrasporto e il dipartimento del Territorio del ministero delle Infrastrutture. E' la prima vera sinergia tra politica e porti, due mondi che sono sempre andati ognuno per la sua strada e oggi si stringono attorno ad un piano dovuto.
Diversificate le presenze. Tra i tanti: Mauro Moretti, ad delle Ferrovie dello Stato, l'ex Ministro Paolo Costa, il presidente di Assoporti Nerli, il presidente della Commissione trasporti della Camera Mario Valducci, il presidente dell'Autorità Portuale di Genova Luigi Merlo, il presidente della Confetra Fausto Forti e il vicepresidente della Federazione del Mare Umberto Masucci.
Le proposte. L'apertura del paese e gli cambi su scala mondiale richiedono in primo luogo un sistema "multiporto" soprattutto per l'Alto Tirreno e l'Alto Adriatico. In questo modo sarà possibile puntare su transhipments e Mezzogiorno per scalare i traffici intercontinentali. Il sistema degli aeroporti deve essere incentrato su uno o due hub principali con un network capace di fare massa critica e attrarre quei traffici merci che oggi si servono gli scali non italiani. E poi le piattaforme logistiche e la loro relazione con gli interporti, i progetti di filiera che hanno trovato conferme soprattutto sul piano operativo con l'auspicio di una stretta relazione tra sistema integrale di trasporto e territorio.
L'industria logistica. «Il cluster marittimo vale in Italia 40 miliardi di euro, più dell'agricoltura o della produzione di autoveicoli, e merita una grande attenzione dei decisori» spiega Masucci alla platea. «Il cluster marittimo – prosegue – chiede, ancora una volta, autonomia finanziaria, procedure più snelle per i dragaggi, velocità e tempi certi per la realizzazione delle opere. Ritengo, infine, che il nuovo piano della Logistica debba essere concepito in una logica fortemente mediterranea: secondo le ultime stime Onu infatti nel 2050 gli abitanti del continente africano saranno circa due miliardi ed il Mediterraneo costituisce per l'Italia la porta d'ingresso per questo importante mercato».
Autonomia e riforme. Secondo il vicepresidente di Unicredit Logistics Maurizio Maresca per rilanciare il sistema portuale bisogna prima di tutto rimuovere gli ostacoli per l'accesso ai servizi portuali, aumentare il potere delle Autorità portuali e investire su retroporti e infrastrutture. La proposta che arriva dal gruppo bancario è quella della costituzione di un'autorità di regolamentazione dei trasporti, la promozione della competizione e la protezione dei diritti degli utenti.
Per concludere, l'assetto da modificare, secondo il sottosegretario ai Trasporti e presidente della Consulta per l'autotrasporto, Bartolomeo Giachino, è quello del superamento del trasporto su strada, che rappresenta ormai quasi il 90% del trasporto, e il passaggio alla co-modalità, ponendo le basi di una politica industriale di settore in grado di rafforzare la competitività delle imprese soprattutto sul versante internazionale.