|
adsp napoli 1
18 aprile 2025, Aggiornato alle 18,44
forges1

Informazioni MarittimeInformazioni Marittime

forges4
Politiche marittime

Le infrastrutture portuali, come gestirle?

Giunta alla sua XXI convention, il Propeller Club fa un bilancio dell'attività portuale in Italia. Un quadro poco roseo tra l'abbandono di grandi armatori e la mancanza di collegamenti efficienti. Eppure i fondi europei non mancano


«Non siamo sono un club che si riunisce per incontri conviviali ma diamo risposte concrete alle esigenze degli operatori portuali». La XXI convention del Propeller Club sottolinea così – attraverso le parole del presidente Nicola Zizzi - il suo ruolo all'interno dello shipping nazionale. In occasione dell'assemblea che si è svolta il 27 e 28 maggio, l'associazione ha fatto un bilancio dell'attività portuale in Italia. La convention si è articolata su tre temi: consenso, realizzazione e gestione delle infrastrutture portuali
Maurizio Maresca, docente di Diritto europeo dei trasporti e vicepresidente della Unicredit Logistic, ha sottolineato le emergenze del sistema portuale italiano sul fronte della programmazione delle infrastrutture, che rischiano di tagliare il paese «fuori dalle connessioni trasportistiche mondiali», soprattutto dopo il recente cambio di strategie da parte di Maersk (vedi Gioia Tauro). Secondo Maresca «occorre che si creino nei due corridoi più importanti per l'Italia al massimo due basi terminalistiche competitive con i porti del Nord Europa e servite da strutture di eccellenza, specie da quelle della modalità ferroviaria». 
Sull'utilizzo delle risorse si è concentrato il vice sindaco di Brindisi, Mauro D'Attis, che ha esposto quali siano i possibili passi per superare l'immobilismo italiano. «Solo il 10% dei fondi europei a disposizione nella programmazione 2007-2013 sono stati spesi – spiega D'Attis – questo significa che il Sud ha ancora a disposizione molte risorse (circa 800 milioni di euro) che possono essere investiti ma con la giusta programmazione. Le difficoltà ad ottenere questo denaro sono dovute purtroppo ad una diversità tra tempi e procedure rispetto a quelle italiane. Ma anche la classe dirigenziale deve imparare a sfruttare meglio certe risorse».
Sul fronte del finanziamento e della gestione dei progetti il quadro generale non è roseo. Come spiega il presidente dell'Autorità Portuale di La Spezia, «le norme cambiano continuamente e il 90% dei progetti sfora il piano di previsione di spesa. L'unico modo di sopperire alla lentezza burocratica e legare i privati alla riuscita dei progetti è coinvolgerli direttamente, già a partire dalla loro realizzazione». Ma più che la disorganizzazione burovratica, pesa la mancanza di strutture efficienti, con la conseguenza di avere ancora un sistema dei trasporti così dipendente dslla gomma. «Nonostante i 60 milioni di tonnellate di merci che si muovono qui – ha precisato Ettore Incalza capo struttura tecnica del ministero dei Trasporti – il 90% si movimenta su gomma e solo lo 0,4% via mare. Un'anomalia che si fa fatica a spiegare ma che riflette la politica degli ultimi dieci anni».