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14 marzo 2025, Aggiornato alle 18,16
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Infrastrutture

Le incognite sulle reti Ten-T

Il segretario Espo Patrick Verhoeven interviene su finanziamenti e tempi per la realizzazione del network europeo di collegamenti stradali, ferroviari e marittimi. Basterà il budget attuale?


Con la crisi economica che imperversa in Europa, il progetto per le reti transeuropee di trasporto (Ten-T) rischia di incontrare numerosi ostacoli a cominciare dai finanziamenti. Su questi e altri punti è intervenuto il segretario generale dell'European Sea Ports Organization Patrick Verhoeven.
Ten-T è un progetto a lunga scadenza per la realizzazione di un network di collegamenti che comprenda tutti i tipi di trasporto (strada, ferrovia, fluviale, portuale, aeroportuale e combinato). L'analisi di Verhoeven è stata effettuata in occasione della quarta edizione del "Ten-T Days", svoltosi il 29 e 30 novembre ad Anversa. Secondo il segretario il "core-network" della rete, nonostante la crisi economica, può essere realizzato entro i tempi previsti dalla Commissione Europea e dagli Stati membri. 
La richiesta più importante avanzata da Verhoeven riguarda i finanziamenti. Secondo il segretario Espo il Connecting Europe Facility (piano di investimenti per 50 miliardi di euro presentato dalla Commissione Ue per il potenziamento delle reti europee di trasporto) dovrebbero avere diritto ad una sovvenzione «fino al 40% dei costi ammissibili, analogamente a quanto avviene per i progetti transfrontalieri». I dubbi restano sul budget disponibile per l'ammodernamento delle infrastrutture, soprattutto per quanto riguarda l'eliminazione dei cosiddetti "colli di bottiglia". L'importo attuale è di 31,7 miliardi di euro. Secondo il segretario Espo però per il completamento della rete complessiva Ten-T la cifra necessaria si aggira sui 500 miliardi di euro entro il 2020. Di questi, 250 miliardi sono destinati a eliminare proprio quei colli di bottiglia. 
Verhoeven ha confermato il sostegno espresso da Espo alle nuove proposte della Commissione e, in particolare, all'opportunità offerta ai porti europei di rafforzare il loro ruolo di gateway multimodali. I tempi di realizzazione restano quindi gli stessi, ovvero un core network pronto entro il 2030, mentre la rete globale (il cosiddetto "comprehensive network") entro il 2050. «Siamo consapevoli - precisa il segretario generale Espo - che l'attuale crisi economica renderà tale impresa molto impegnativa, ma questo non dovrebbe essere un motivo per limitare le ambizioni». Secondo Verhoeven «la Commissione dovrebbe avere gli strumenti necessari per assicurare che gli Stati membri e le altre parti interessate rispettino le scadenze prefissate.