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03 dicembre 2024, Aggiornato alle 18,20
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Lavoro temporaneo a Venezia, CULP Napoli sottolinea le criticità del bando

I portuali partenopei sono solidali con i colleghi veneti che hanno proclamato lo sciopero ad oltranza

La sede della CULP Napoli

Contro i provvedimenti in tema di lavoro adottati nel porto di Venezia, che hanno causato lo sciopero ad oltranza dei portuali veneti, arriva la dura presa di posizione da parte delle organizzazioni di settore del capoluogo campano. I lavoratori della CULP di Napoli, infatti, in relazione al bando di gara per l'autorizzazione alle erogazioni di prestazioni di lavoro temporaneo alle imprese di cui agli articoli 16 e 18 della legge 84/94 emanato dall'AdSP del Mare Adriatico Settentrionale per il porto di Venezia, ritengono indispensabile evidenziare l'ennesimo tentativo di destrutturare il lavoro portuale così come normato dalla legge 84/94 ed in particolare dall'articolo 17 della medesima legge.

Secondo la CULP partenopea, il bando in questione contiene almeno tre punti che minano alla base la corretta gestione dell'attività dell'articolo 17. In primis la messa in discussione dell'obbligatorietà all'adeguamento delle tariffe in funzione degli adeguamenti contrattuali che di volta in volta si verificheranno negli anni a venire. Infatti, la normativa contenuta nel bando stesso lascia alla discrezionalità dell'AdSP la valutazione sull'applicabilità dei detti incrementi.

"Tale statuizione – spiega la CULP – contravviene ogni tipo di logica imprenditoriale ed è contraria alle norme contenute nel bando stesso e nella legge, la quale stabilisce che i lavoratori operanti nei porti, sia quelli dell'articolo 17, che quelli degli articoli 16 e 18, debbono essere retribuiti nel minimo con il ccnl dei lavoratori dei porti. Da ciò ne deriva l'incongrua statuizione che i lavoratori hanno diritto a ricevere la retribuzione aggiornata mentre, di contro, la società potrebbe non essere autorizzata ad apportare le modifiche tariffarie derivanti da tali aumenti. Infatti, la modifica alla tariffa diventa elemento essenziale per la sopravvivenza stessa della società in quanto non è possibile assorbire tale aumento con altre voci tariffarie, peraltro già sicuramente valutate all'atto dell'emanazione del bando e quindi destinate, creando quindi uno squilibrio economico e patrimoniale dell'impresa medesima. Né sarebbe impossibile invocare le integrazioni proposte dalla legge come il comma 15 bis e l'integrazione dell'IMA con il contributo di cui all'art.199 c1 lett B Dl34/2020 e ss.mm.ii".

In particolare, su quest'ultimo aspetto, si deve osservare che tale integrazione, in molti porti, compresi quelli di Ancona, Barletta, Brindisi, Salerno e Napoli, è stata fortemente messa in dubbio dalla situazione economica delle rispettive AdSP, le quali hanno chiarito che non ci sono fondi da destinare a tali interventi, mettendo in ansia tutte le amministrazioni delle società art. 17 che, senza tale contributo, potrebbero trovarsi in serie difficoltà economiche e finanziarie.

"Altra evidente criticità nel bando di gara in questione – sottolinea CULP Napoli - è contenuta nella determinazione della tariffa che è individuata, per la base contrattuale, nel costo orario del lavoro e non nella determinazione del valore della giornata lavorata, giornata che è la base per la retribuzione del lavoratore così come previsto dalle normative contrattuali. Infatti, all'articolo 5 della contrattazione collettiva si legge:" L'orario di lavoro settimanale viene distribuito con prestazioni su 5 o 6 giorni nella settimana ... e ciò viene confermato anche dalle circolari INPS relative all'erogazione della indennità di mancato avviamento ove si precisa che l'IMA può essere erogata per un massimo di 26 giornate/mese per i mancati avviamenti al lavoro".

"In ultimo, ma non ultimo per rilevanza, la possibilità di chiamata nominativa. In particolare questo confligge in assoluto sia sulla necessità di pari opportunità di avviamento al lavoro stabilite in altro punto del medesimo capitolato di appalto ed anche socialmente per evitare pericolose ed eccessive disparità nella retribuzione di personale, differenze non derivanti dalla pura e semplice professionalità, ma che potrebbero essere forieri di pratiche clientelari da parte delle società reclutanti, fermo restando che i lavoratori tutti appartenenti alla Compagnia Portuale sono persone ampiamente formate per la corretta esecuzione delle operazioni commerciali in porto, formazione derivante da anni di lavoro svolto. Per quanto innanzi i lavoratori delle CULP di Napoli – conclude la nota dell'organizzazione dei portuali partenopei - nell'aderire pienamente alla protesta dei colleghi lavoratori della Nuova CLP di Venezia, auspicano che l'AdSP del Mar Adriatico Settentrionale promuova un profondo ripensamento sulle questioni evidenziate e possa emendare il testo del bando in questione".