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22 novembre 2024, Aggiornato alle 15,09
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La Zes ਠlegge. Nasce l'incentivo per porti e imprese

Pubblicato decreto in Gazzetta. Crediti d'imposta fino a 50 milioni. Una guida agli elementi chiave 


di Paolo Bosso

Le Zone economiche speciali sono legge. È stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il "Regolamento recante istituzione di Zone economiche speciali (ZES)", un decreto ministeriale (n. 47 del 26 febbraio 2018).
 
«La giunta regionale, che ha già contribuito fortemente ai contenuti del decreto nazionale e ha avviato da mesi un'approfondita opera di elaborazione della Zes, è pronta a concludere in tempi rapidi la definizione del Piano di sviluppo strategico della Campania, che comprende i porti di Napoli e Salerno e le principali aree retroportuali della Regione, individuando i nodi logistici e produttivi dei nostri territori», commenta Amedeo Lepore, assessore alle Attività produttive della Regione Campania. «Diamo atto al governo - continua - di aver raggiunto questo obiettivo entro il mese di febbraio, come si era impegnato a fare, e ringraziamo il ministro De Vincenti per la sua costante dedizione, per il continuo confronto realizzato con tutte le Regioni meridionali, di cui ha recepito pienamente le indicazioni, e per un lavoro intenso indirizzato a favorire l'attrazione di nuovi investimenti e lo sviluppo produttivo del Mezzogiorno». 
Ora le regioni interessate, solo quelle del Meridione, possono presentare, come accennato da Lepore, il "Piano di sviluppo strategico" ai ministeri competenti (più avanti spieghiamo di che si tratta), il quale, se approvato, porta all'istituzione di una Zes dentro la quale le imprese possono godere di crediti d'imposta fino a 50 milioni se vi risiederanno per minimo 5 anni. 
 
La Campania e la Calabria sarebbero le regioni con un piano strategico sufficientemente avanzato. Le delibere di istruttoria sono state approvate dalle rispettive giunte. Le altre regioni da cui ci si aspetta richiesta di Zes sono Puglia (col porto di Taranto), Basilicata e Marche. Per la Campania la delibera con il piano strategico conterrà due cose importanti: l'ambito territoriale di giurisdizione della Zes, con i crediti per gli investimenti, e le misure di semplificazione normativa.
 
La Zes richiede un porto
Il porto è necessario per qualunque regione che voglia fare richiesta di una Zes (e per non più di due) perché, oltre ad essere obbligatorio per legge, è questa la struttura che sceglierà il soggetto amministratore della Zes tramite un Comitato d'indirizzo presieduto dal presidente dell'Autorità di sistema portuale (Adsp) interessata. Per esempio, la Zes della Campania, che sarà guidata dall'Autorità di sistema portuale (Adsp) del Tirreno centrale, ha come punti chiave gli scali di Napoli e Salerno, gli interporti di Nola e Marcianise, i collegamenti ferroviari tra questi centri e sarà guidata da un Comitato d'indirizzo presieduto dal presidente dell'Adsp campana, Pietro Spirito. 
 
Gli istituti che compongono la Zes (art. 1 della 47/2018)
• La Regione, all'interno della quale risiedono una o massimo due Zes
• La Zes, con confini precisi
Comitato d'indirizzo. Stabilisce il soggetto per l'amministrazione della Zes. È presieduto dal presidente dell'Adsp e i membri non ricevono compensi
• Il segretario generale dell'Adsp. Esercita le funzioni amministrative del Comitato d'indirizzo e può stipulare, autorizzato dal Comitato, accordi o convenzioni quadro con banche e intermediari finanziari
 
Norme, strumenti e regole di riferimento
• Decreto legge 91/2017 ("Dl Sud")
• Decreto ministeriale 47/2018
Piano di sviluppo strategico. Lo presenta la Regione ai ministeri competenti per richiedere la Zes. Contiene in sostanza il disegno della Zes, i suoi confini e cosa c'è dentro
 
Finanziamenti
Come stabilito dalla legge 91/2017 - che ha avviato il processo di istituzione delle Zes terminato lunedì con la pubblicazione della 47/2018 - le risorse per le Zes sono suddivise in tre anni: 25 milioni nel 2018, 31,5 milioni nel 2019 e 150,2 milioni nel 2020. Le regioni di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia possono fare richiesta d'istituzione - ai ministeri di Coesione Territoriale, Economia e Trasporti e presentando un piano strategico – di una zona economica speciale, un'area, recita il Dl 91 all'articolo 4, «costituita anche da aree non territorialmente adiacenti purché presentino un nesso economico, e che comprenda almeno un'area portuale, collegata alla rete transeuropea dei trasporti (TEN-T)». La centralità dei porti si vede da come è selezionato il soggetto incaricato di amministrare la Zes. L'amministratore è infatti identificato da un Comitato d'indirizzo composto dal presidente dell'Autorità di sistema portuale (Adsp) interessata, che lo presiede, e un componente ciascuno di Regione, Presidenza del Consiglio dei ministri e ministero dei Trasporti. Inoltre il Comitato si avvale della consulenza del segretario generale dell'Adsp il quale funge in questo caso da "amministratore delegato", o "tesoriere", stipulando accordi con banche e istituti finanziari.
 
L'Agenzia per la coesione territoriale è incaricata di vigilare l'andamento delle imprese che operano in regime di zona economica speciale, riferendo direttamente al premier e al ministero per la Coesione territoriale.