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14 marzo 2025, Aggiornato alle 18,16
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La storia del container. Lectio Magistralis di Cascetta

Alla Federico II di Napoli la lezione di Ennio Cascetta. Nel 1966 i primi servizi transatlantici, a cavallo degli anni 70-80 la nascita dell'intermodalità. Tutto in un box che è insieme contenitore e magazzino. Una vera e propria rivoluzione. E pensare che tutto iniziò con il viaggio di Ideal X ... di Paolo Bosso  


Uno sguardo alla storia del trasporto container attraverso una Lectio Magistralis. Alla facoltà di ingegneria dell'Università Federico II di Napoli, Ennio Cascetta, ordinario di Pianificazione dei Trasporti ed ex assessore ai Trasporti della Regione Campania, ha raccontato nascita, sviluppo e presente del trasporto via "box". Una lezione che ha visto la partecipazione del fondatore di Msc Gianluigi Aponte.
Ciò che più colpisce della storia di questa forma di trasporto è la sua fulminante ascesa. Solo 55 anni separano Ideal X da Msc Daniela ed Emma Maersk. Era il 1956 quando l'imprenditore americano Malcom McLean organizzò il viaggio di Ideal X da Newark (New Jersey) a Houston (Texas). A bordo 58 contenitori di metallo da 33 piedi. Oggi due delle più grandi portacontainer del mondo (Msc Daniela ed Emma Maersk) trasportano ciascuna 14mila contenitori leggermente più piccoli degli originali (20 piedi equivalenti ad 1 teu). Una differenza abissale che fa del viaggio di Ideal X l'inizio di una vera e propria rivoluzione.
Tante le tappe: nel 1966 i primi servizi transatlantici, nel '68 le navi fullcontainer, tra gli anni '70 e '80 la nascita dell'intermodalità, tra gli '80 e i '90 lo sviluppo del transhipment, infine verso la fine del secolo scorso i giganti dei mari come quelle sopracitate. Se nel 1950 le tonnellate trasportate in container erano quasi pari a zero, oggi sono nell'ordine del miliardo. 
Ma cos'ha di rivoluzionario il container? Perché è così essenziale alla filiera logistica? Fondamentalmente perché è il primo sistema di trasporto che permette contemporaneamente di trasportare e stoccare la merce: il container è sostanzialmente un magazzino trasportabile. Una volta sbarcato, infatti, non richiede di essere immagazzinato ma semplicemente di essere posizionato in banchina. Una rivoluzione. E non è un caso che questo cambiamento epocale, come ogni cambiamento d'altronde, non porta con sé solo benefici. Emblema dei cambiamenti strutturali che i porti hanno subìto dopo l'arrivo del container in quest'ultimo mezzo secolo, dalle gru fino all'organizzione del lavoro, risiede nella feroce protesta degli scaricatori portuali di New York che, estromessi dall'arrivo del container, all'inizio degli anni '60 paralizzarono per due mesi lo scalo americano. Chi vinse secondo voi?
 
Paolo Bosso 
 
(per saperne di più si veda l'approfondimento in home page)