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18 aprile 2025, Aggiornato alle 18,44
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La ricetta Brusco per i porti di domani

Il neo comandante generale delle Capitanerie di Porto alla sua prima uscita pubblica. A Napoli, in un incontro organizzato dal locale Propeller Club, uno sguardo d'insieme sugli scali italiani. La pirateria, la formazione, le norme portuali e le quote rosa   di Paolo Bosso


«Penso che nella gestione di uno scalo sia importante la programmazione, una pianificazione a lunga scadenza che non comporti ogni anno il ripresentarsi degli stessi problemi». Marco Brusco (nella foto), nella sua prima uscita pubblica come Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, spiega ai giornalisti e ai membri del Propeller Club di Napoli, riunitosi ieri nel capoluogo campano presso l'Hotel San Francesco al Monte, la sua visione d'insieme sul mondo del mare. Uno sguardo a 360 gradi su scali italiani, pirateria, formazione, norme portuali e quote rosa. Una mini conferenza in compagnia del neo comandante del corpo e del direttore marittimo della Campania Domenico Picone.
La gestione dei porti. Interrogato sull'emergenza rifiuti, Brusco sposta la questione su un campo di maggiore competenza. «Faccio un esempio: secondo uno studio del Cnr – spiega – il porto di Viareggio per essere operativo dovrebbe togliere circa 300mila metri cubi di sabbia che si depositano naturalmente ogni anno. L'operazione, per diversi motivi, non viene fatta spesso e così si crea una barriera che crea molti problemi al traffico navi. Che si parli di spazzatura o dei fondali di un porto, la gestione deve fondarsi sullo stesso principio: continuità. Prima si programma, poi si affrontano sistematicamente i problemi, infine un debriefing costante dovrebbe controllare l'andamento della politica di gestione, senza necessità di riprogrammare tutto da capo ogni volta». Niente di più semplice, eppure così difficile da riscontrare all'atto pratico.  
Legge 84/94. «La legge sui porti fu una rivoluzione, soprattutto per noi che la prendemmo molto male. Ricordo che l'ammiraglio Giuseppe Francese (ex comandante del Corpo ndr) ci sconvolse tutti quando affermò "Ben venga", eppure fu un'affermazione lungimirante. Alla lunga i benefici ci sono stati: abbiamo conservato i nostri poteri amministrativi e ci siamo svincolati da tutto il resto, cosa che ci permise di concentrarci sul nostro background e la nostra tradizione che oggi, con i recenti commissariamenti (vedi Civitavecchia ndr), ci tornano più utili che mai. Siamo un Corpo con forte capacità amministrative e precisi compiti tecnico-operativi, elementi che ci fanno distinguere da tutti gli altri comparti».
Pirateria. Sulla recente costituzione della task force anti-pirati formata da Cma Cgm, Maersk ed Msc, nonché sull'iniziativa dello Stato Maggiore della Marina che affiancherà alcune navi merci con truppe da sbarco, Brusco non ha dubbi:  «Siamo pronti a tutto. Diplomazia o forza, tutto dipenderà caso per caso». 
Formazione. Quanto è importante la vostra presenza nelle scuole? «Bisogna educare la gente al mare. Non mi sono mai piaciute le campagne repressive con cui spesso ci associano».
Donne. Dopo la recente nomina di tre donne alla guida dei porti di Torre Annunziata, Pozzuoli e Procida la quotazione "rosa" sta crescendo sensibilmente. «Prima c'era uno sbarramento, ora non più». A quando il primo comandante del Corpo donna? «Sicuramente entro i prossimi vent'anni» prevede Domenico Picone.
Intanto, nel corso dell'incontro è stato annunciato che presso i cantieri navali Megaride di Napoli è in corso la costruzione di un supply vessel di circa 60 metri di lunghezza destinato al Corpo. Infine, resta da sciogliere l'enigma dei due pattugliatori da 90 metri che dovrebbero essere costruiti a Castellammare di Stabia. «Su Castellammare non posso che esprimere un forte auspicio» conclude Brusco.
Paolo Bosso