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21 novembre 2024, Aggiornato alle 16,10
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La nuova fase della filiera farmaceutica. Lo studio SRM

Il ruolo della produzione industriale italiana rispetto agli altri Paesi. Le differenze tra Nord e Mezzogiorno. Il nuovo report del centro studi Intesa-San Paolo


Con la pandemia di Coronavirus la filiera farmaceutica si è completamente riorganizzata. In generale, oggi è un settore completamente rivitalizzato, spinto dalla necessità di distribuzione di medicine e più in generale di prodotti sanitari. Qual è stato il ruolo dell'Italia in questo mercato? L'industria farmaceutica del nostro Paese quanto pesa rispetto agli altri? Ci sono differenze geografiche tra Settentrione e Meridione? A queste e altre domande risponde il centro Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (SRM, gruppo Intesa-San Paolo) con il suo ultimo report, I nuovi scenari economici di fronte alla sfida del Covid-19. La filiera farmaceutica e l'impatto nel Mezzogiorno.

Lo studio è stato presentato mercoledì in webinar, evento che ha visto, tra gli altri, l'intervento del ministro dell'Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi.

Il nostro Paese occupa un importante ruolo di leadership per quanto riguarda la produzione e l'export di farmaci e la filiera farmaceutica meridionale partecipa con 124 unità locali (il 16,6% del totale Italia) e con 5,520 addetti (il 9% del dato nazionale).

Nelle ultime settimane, la gestione dell'emergenza sanitaria legata all'epidemia di Covid-19 ha portato a provvedimenti governativi che hanno comportato la progressiva chiusura – e una parziale riapertura negli ultimi giorni - di alcune attività produttive. Nel corso delle ultime settimane, quindi, l'Istat ha proposto una serie di analisi per valutare la struttura produttiva del sistema economico regionale al massimo livello di dettaglio della classificazione Ateco (ossia per 787 settori di attività economica a 5 cifre) in considerazione dello status di prosecuzione o sospensione delle attività, così come definite nei provvedimenti normativi succedutisi fino al 14 aprile 2020. In una prima nota di riferimento, si legge come, guardando ai principali macro-settori economici, i provvedimenti di chiusura hanno riguardato in maniera più pervasiva l'industria: quasi i due terzi delle imprese industriali, che rappresentano il 46,8% del fatturato e il 53,2% del valore aggiunto del macro-settore, hanno dovuto sospendere la propria attività. Al contempo, nel terziario l'incidenza delle imprese che operano in comparti la cui attività è interrotta è del 43,8%, il 37,2% in termini di fatturato e il 29,9% in termini di valore aggiunto.

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Tag: srm