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14 marzo 2025, Aggiornato alle 18,16
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Infrastrutture

La débâcle dei cantieri italiani passa per l'Europa

I lavoratori della Fiom scendono in piazza a Genova, Venezia e Palermo per protestare contro esuberi e cassa integrazione. Il ridimensionamento delle commesse nel Vecchio Continente


Ancora sciopero per gli operai Fincantieri. Dopo l'accordo firmato tra i sindacati Uilm, Ugl, Fim e Failms e il ministro dello Sviluppo Corrado Passera, la Fiom-Cgil scende in piazza confermando la volontà di protestare da sola contro l'intesa su cassa integrazione ed esuberi raggiunta il 21 dicembre con le stesse sigle sindacali che hanno ratificato gli accordi di Roma. Sciopero a Genova, con il sindaco Marta Vincenzi che ha raggiunto i manifestanti per esprimere la sua solidarietà dopo aver chiesto insieme al presidente della Regione Claudio Burlando un altro incontro con Passera. Agitazioni anche a Marghera (Venezia), con il cantiere rimasto fermo per quattro ore, e a Palermo dove i manifestanti hanno raggiunto la prefettura chiedendo la modifica all'accordo locale sugli esuberi. 
La situazione più tesa è nel capoluogo ligure. Ieri gli operai hanno nuovamente bloccato il casello di Genova Aeroporto con una dinamica simile alle agitazioni della scorsa settimana, con la differenza che questa volta non è stato bloccato lo scalo aeroportuale. La Fiom nazionale ha proclamato entro questo mese uno sciopero di otto ore con data ancora da stabilire.
E' iniziata ufficialmente, ormai già dai primi giorni dell'anno, una nuova stagione di proteste nei cantieri italiani. Difficile prevedere le prossime mosse con una crisi delle commesse senza fine. Negli ultimi quattro anni, infatti, si legge nell'edizione di oggi del Sole 24 Ore, gli ordini per le navi da crociera sono stati dimezzati passando dai 16 del 2007 agli 8 del 2011 e l'anno scorso la domanda mondiale per i traghetti di lusso è stata pari a zero. Ma non si tratta di una crisi soltanto italiana. L'Asia sta letteralmente "mangiando" le commesse europee. Solo nel 2011, il Vecchio Continente ha visto perdere il 40% dell'indotto (50mila unità su 135mila). Un dato su tutti: nel 1980 l'Europa aveva una quota di mercato cantieristica pari al 30%. Nel 2010 è precipitata al 4%.