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14 marzo 2025, Aggiornato alle 18,16
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La Cina salverà il Pireo?

Cosco annuncia l'intenzione di acquisire il 23% della quota dello scalo greco. Il mese prossimo l'avvio della costruzione di Pier III, terminal da un milione di teu pronto nel 2015  di Paolo Bosso  


«Non dobbiamo permettere che la crisi colpisca gli investimenti Cosco in Grecia». Con queste parole Tasos Vamvakidis, vicedirettore commerciale della Piraeus Container Terminal (Pct) apre ufficialmente i giochi all'acquisizione del porto del Pireo da parte del gruppo cinese China Ocean Shipping (Group) Co. Un annuncio avvenuto ad Atene nel corso di un convegno sul tema "Shipping Today & Tomorrow" tenutosi ieri ad Atene.
Stato in profonda crisi, tanto da minacciare la stessa moneta unica, il governo greco programma da tempo la vendita dello scalo per recuperare un po' di soldi utili a scongiurare la bancarotta. Così Vamvakidis, parlando a nome della Cosco, ha annunciato l'intenzione di acquisire il 23,1% della Piraeus Port Autority. Dare per scontata la privatizzazione sarebbe frettoloso, il governo greco è intenzionato a farlo ma ancora non si è mosso concretamente. L'ultima dichiarazione del vicedirettore della Pct, società controllata dalla stessa compagnia cinese, va però presa molto seriamente. 
E al motto: «Cosco onorerà i suoi impegni», Vamvakidis ha annunciato l'avvio entro il mese prossimo della ristrutturazione del container terminal Pier II e della costruzione della nuova struttura Pier III, pronta nel 2015 al costo di 110 milioni di euro, capace di movimentare un milione di contenitori. 
 
Paolo Bosso