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14 marzo 2025, Aggiornato alle 18,16
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Armatori

Iva al 21%, gli armatori partenopei non ci stanno

L'Acap scrive al presidente del consiglio per chiedere un "tempestivo intervento" sulla norma che incrementa le tasse sui carburanti del trasporto pubblico. Il 15 marzo rischio stop per i collegamenti del golfo


Acap (Associazione Cabotaggio Armatori Partenopei) minaccia lo stop dei collegamenti marittimi del golfo all'indomani della norma che applica l'Iva al 21% anche alle forniture di carburanti dei trasporti pubblici. L'associazione "chiede chiarezza". "La precedente disposizione comunitaria del 2006 relativa al sistema dell'imposta dell'Iva da applicare fra stati membri – spiega Acap - esentava dal pagamento dell'Iva le forniture di carburante alle navi adibite alla navigazione, quelle al trasporto passeggeri, alle attività commerciali ed alla pesca. Tale norma oggi è stata modificata da un comma inserito nella nuova legge che esclude dall'esenzione i mezzi adibiti al trasporto pubblico locale marittimo, una legge che gli armatori ritengono di dubbia interpretazione. Medmar, Snav, Alicost, Navigazione Libera, Alilauro Gruson, Alilauro Spa, Servizi Marittimi Giuffrè Lauro (le compagnie aderenti ad Acap) hanno inviato una nota al presidente del Consiglio Mario Monti, al presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, all'assessore ai Trasporti Sergio Vetrella, al prefetto di Napoli Andrea De Martino, all'Agenzia delle Entrate ed alle organizzazioni sindacali. Nella missiva viene annunciato che le compagnie saranno costrette a limitare le corse, garantendo dal 10 febbraio i soli servizi essenziali e a cessare completamente l'esercizio dei servizi dal 15 marzo. Inoltre, viene richiesta la corretta interpretazione della legge con un "tempestivo intervento" per ripristinare l'equità del sistema Iva, "non potendo – spiegano - fronteggiare i costi di carburante gravati dall'Iva che non può essere detratta, con lo spettro del fallimento delle loro società".