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18 aprile 2025, Aggiornato alle 18,44
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Eventi

Iran e Trieste, accordo tra le zone franche

L'Autorità portuale e le sette free zone della Repubblica islamica rafforzeranno gli scambi commerciali


Continuano spediti i rapporti commerciali tra lo scalo di Trieste e l'Iran. Lo ha sottolineato il commissario dell'Autorità portuale, Zeno D'Agostino, in occasione del convegno "Trieste, port of opportunities", svoltosi ieri nel capoluogo giuliano. Evento che ha visto la partecipazione di una delegazione iraniana, rappresentanti delle istituzioni pubbliche e aziende locali. È stato firmato un nuovo accordo tra il porto di Trieste e il consiglio che gestisce le sette zone franche della Repubblica Islamica dell'Iran, dopo i primi tre accordi sottoscritti di recente con la compagnia di bandiera Irisl (Islamic Republic of Iran Shipping Lines) e la Port & Maritime Organization (ente governativo con compiti di coordinamento sulla gestione dei porti iraniani).

«Trieste in questo momento è il punto di riferimento in Italia per l'Iran dal punto di vista commerciale, finanziario, logistico e portuale» ha affermato D'Agostino. L'accordo si pone l'obiettivo di rafforzare gli scambi commerciali tra lo scalo giuliano ed i porti iraniani, grazie ai vantaggi fiscali derivanti dal regime giuridico del porto franco di Trieste. Sono incluse anche lo scambio di best practice sulle politiche di gestione delle free zone nei due paesi. «L'accordo di oggi – ha concluso D'Agostino – è il primo atto per la costituzione di un network internazionale delle zone franche, dove Trieste può diventare il riferimento a livello europeo».

Soddisfatte le associazioni di categoria. Per Fabrizio Zerbini, presidente dell'Associazione Nazionale Terminalisti Portuali del Friuli Venezia Giulia, «ora si aprono nuove prospettive per i traffici, oltre che per i contenitori, per l'impiantistica, il ro-ro e il petrolio». «Confidiamo che venga riconosciuto dai partner iraniani il ruolo di Trieste quale porta d'Europa, non solo per i prodotti petroliferi, ma anche per le merci varie, sia containerizzate che alla rinfusa. Oltre all'accordo siglato oggi, ritengo di fondamentale importanza quello con l'Irisl, soprattutto perché molte delle forniture destinate al mercato persiano prevedono una resa franco fabbrica. Questo significa che è il compratore iraniano a dover scegliere il vettore e prevedibilmente preferirà la propria compagnia di bandiera a parità di condizioni economiche». «I traffici e relazioni commerciali tra l'Iran e il porto di Trieste – ha affermato Pietro Busan, a capo dell'Associazione Agenti Marittimi - potranno svilupparsi solo se tutte le componenti e  potenzialità portuali verranno sfruttare al massimo della capacità con il pieno supporto di una logistica integrata con connessioni snelle retroporto/banchine, garantendo aree in zone franche per la possibile manipolazione, montaggio e riassemblaggio di macchinari, strutture ed impiantistica in genere, equipment di cui l'Iran potrebbe aver bisogno in un quadro di riammodernamento dei propri impianti petrolchimici e delle proprie strutture industriali legate all'estrazione mineraria. Potremmo così recuperare quel traffico "break-bulk" che abbiamo progressivamente perduto, attirando anche  i grossi gruppi industriali della nostra regione che troverebbero finalmente in Trieste il loro sbocco naturale sul mare».
 
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Immagine in alto, la zona franca del porto di Chabahar, Iran