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14 marzo 2025, Aggiornato alle 18,16
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Infrastrutture

Il terminalista non paga? E l'Autorità va sotto di 20 milioni

Il presidente dell'Ap di Napoli, Luciano Dassatti, spiega al Secolo XIX di aver approntato un piano di rientro a rate. "Sono un tecnico - dice - e sono venuto nel capoluogo campano per far rispettare le regole, è il mio primo compito" A seguire un nostro commento


Debiti per un totale di circa 20 milioni di euro. Li avrebbero accumulati, nel corso degli anni, alcuni dei principali terminalisti dello scalo di Napoli nei confronti dell'Autorità portuale per il pagamento dei canoni concessori. Questa cifra, riferisce il Secolo XIX, è quasi il doppio di tutti gli introiti per concessioni pianificati dall'ente nel 2011. Una situazione insostenibile, che ha reso necessaria l'elaborazione di un piano di rientro a rate. Secondo il presidente dell'Ap, Luciano Dassatti, la montagna di debiti è cresciuta negli anni dal 2002 al 2009, con un accumulo complessivo superiore ai 12 milioni di euro di canoni non saldati. Cifra che si è incrementata nell'ultimo triennio sino a 20 milioni. Tra i motivi addotti dai terminalisti partenopei ci sarebbero le difficoltà finanziarie causate dai ritardi dei pagamenti da parte degli armatori. Una sorta di effetto domino, quindi, che partendo dagli armatori si scarica sui terminalisti e di qui all'Autorità portuale. Ma con questa campagna di rientro del debito per tornare in regola con le riscossioni, ha spiegato Dassatti al Secolo XIX, «ho voluto cambiare, anche con l'accordo degli stessi grandi gruppi che mi hanno chiesto di andare avanti sulla strada della legalità».

Il nostro commento (l.b.) - Il segreto di Pulcinella, viene usato per indicare un falso segreto, qualcosa che ormai è diventato di pubblico dominio nonostante i tentativi di tenerlo nascosto. Quanti segreti di Pulcinella esistono? Tanti, centinaia, migliaia, milioni. L'ultimo, in ordine di tempo, al porto di Napoli riguarda la mancata riscossione dei canoni demaniali dovuti dai terminalisti a favore della Autorità. Perché il segreto di Pulcinella? Perché –come dice una cronaca de Il Secolo XIX di Genova- risale al lontano 2002. Ma forse ci si è fermati solo all'ultimo decennio. Canoni non riscossi per 20 milioni, di cui 8 solo negli ultimi due anni. Per dare un'idea dei mancati introiti si fa riferimento ai canoni dovuti dai concessionari in un anno: poco più di 11 milioni.
C'è il terminalista che deve sei milioni, chi qualcosa in meno, altri poche centinaia di migliaia, fino alle decine di migliaia di euro. Ma c'è anche chi non deve nemmeno un euro ed è anche tra i più grandi in porto. I nomi si fanno, e come. I terminalisti si giustificano: i nostri clienti (gli armatori) ritardano i pagamenti e di conseguenza si va in difficoltà a pagare le spese.
Il bubbone è, dunque, scoppiato, dopo anni di segreti di Pulcinella. Ma, a questo punto, la domanda sorge spontanea. Se un padrone di casa si vede rifiutato o ritardato eccessivamente il pagamento del fitto, può legittimamente richiedere libera la casa e procedere al recupero dei mancati pagamenti più interessi. Se l'Autorità del porto, che peraltro ha un collegio di revisori, negli ultimi dieci anni ha difficoltà ad acquisire i canoni demaniali dai terminalisti concessionari, non ha tutti gli strumenti per –anche- revocare la concessione e richiedere sia arretrati che danni?