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04 febbraio 2025, Aggiornato alle 08,44
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Infrastrutture

Il Port Community System è nella gran parte dei porti italiani

La piattaforma documentale per le autorità di controllo, la pubblica amministrazione e le aziende di trasporto è stata ormai integrata nel 70 per cento degli scali commerciali

(Kale Logistics Solutions/youtube)

Uno dei finanziamenti più impattanti per i porti nell'ultimo anno è senza dubbio il Port Community System (PCS), il sistema di interscambio documentale digitale tra pubblica amministrazione, autorità di controllo e imprese di trasporto merci in ambito portuale, tra le navi e i porti. Ad oggi, rende noto il ministero delle Infrastrutture, il PCS è presente nel 70 per cento dei porti italiani, tutti finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il grande piano europeo post-covid per la ripresa economica dei paesi europei.

Nell'ambito dei progetti PNRR di competenza del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti spicca quindi quello legato alla digitalizzazione della catena logistica, che ad oggi ammonta a ben 250 milioni di euro. Al centro di questa rivoluzione ci sono i PCS, piattaforme digitali interoperabili che mettono in rete operatori pubblici e privati per migliorare l'efficienza e la sostenibilità del trasporto merci e della logistica.

Un esempio virtuoso è rappresentato dai porti dell'Autorità di Sistema Portuale dello Stretto, tra i più significativi per numero di passeggeri in tutta Europa, dove i PCS sono stati implementati con successo negli scali di Messina, Tremestieri, Milazzo, Villa San Giovanni e Reggio Calabria. Qui, una recente campagna informativa ha coinvolto stakeholder pubblici e privati, nonché le comunità locali, per promuovere i benefici della digitalizzazione. 
Tra le novità principali introdotte nei porti dello Stretto vi è l'adozione della piattaforma ASTRA (Analisi, Security, Tracking, Riconoscimento e Amministrazione), che permette una gestione integrata e automatizzata delle attività portuali. Questo sistema consente di: 

•⁠  ⁠Ridurre i tempi di comunicazione tra le autorità portuali e gli operatori;
•⁠  ⁠Snellire le operazioni logistiche, come il controllo degli accessi, il tracking delle merci e la gestione dei rifiuti;
•⁠  ⁠Ottimizzare i flussi di traffico, con benefici diretti per oltre 22 milioni di passeggeri annuali. 
 
I numeri parlano chiaro: già nei soli porti dello Stretto l'impatto dei nuovi sistemi sarà notevole, interessando non solo i passeggeri annuali ma anche più di 30 compagnie crocieristiche internazionali, 50 compagnie di bus, 2 milioni di TIR, traghetti, cargo e aliscafi in transito (circa 232.000 gli scali annuali), addetti alla movimentazione di merci e alla gestione dei rifiuti, che riusciranno a ottimizzare le relative attività operative, grazie a processi automatizzati di controllo e abilitazione accessi. 
 
"Grazie all'implementazione dei PCS, questi porti rappresentano oggi un modello all'avanguardia per l'intero sistema logistico nazionale ed europeo, dimostrando come gli investimenti del PNRR possano tradursi in innovazione tangibile e crescita sostenibile", scrive il ministero delle Infrastrutture in una nota, che sottolinea come la graduale implementazione dei PCS nei porti "crea un effetto moltiplicatore sull'intera filiera logistica, contribuendo a rendere l'Italia un hub centrale per i traffici commerciali in Europa e nel Mediterraneo".

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Tag: digitale