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21 novembre 2024, Aggiornato alle 08,47
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Cultura

Il Mediterraneo non è mai stato così caldo

Negli ultimi 25 anni la temperatura media superficiale è stata superiore di un grado, causando l'intensificarsi di fenomeni metereologici estremi. La campagna di rilevamento di ENEA e INGV

Franco Reseghetti, ricercatore dell'ENEA, lancia in mare una sonda XBT

Il 2023 è stato l'anno più caldo in assoluto per il Mar Mediterraneo, perlomeno da quando si registrano le sue temperature. Come rileva la campagna di monitoraggio curata dall'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) e dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) – all'interno del progetto MACMAP – la temperatura media delle acque superficiali è salita di 1°C negli ultimi 25 anni, con un aumento tra i 0,3 e i 0,6 gradi nelle acque profonde (tra i 100 e gli 800 metri).

ll progressivo aumento della temperatura del Mediterraneo è una delle cause dell'intensità dei fenomeni temporaleschi nell'intero bacino osservati negli ultimi mesi, come le recenti alluvioni a Valencia, a Barcellona e, in Italia, in Emilia Romagna. «Cosa riserverà il futuro prossimo? Le indicazioni dei modelli disponibili propendono per un possibile ulteriore aumento delle temperature delle acque, ma la veridicità di tali previsioni potrà essere confermata solo dalle misurazioni che gli attori di questa venticinquennale attività hanno tutta l'intenzione di continuare a svolgere, a cominciare dalla centesima campagna prevista per il prossimo dicembre», spiega Simona Simoncelli, ricercatrice dell'INGV.

L'attività di rilevamento i ENEA e INGV è consistita in 100 campagne osservative con l'utilizzo di circa 3 mila sonde, tra le acque dei mari Ligure e Tirreno, lungo la tratta Genova-Palermo, a bordo della navi di Grandi Navi Veloci, compagnia di traghetti del gruppo Msc. Queste sonde vengono lasciate cadere in acqua tramite un tubo che serve ad allontare il punto di impatto con la superficie marina della sonda dalla scia provocata dalla nave. Un cavo collega la sonda a un computer portatile che registra la resistenza misurata dalla sonda che si muove verso il fondo del mare. Questa resistenza viene poi trasformata dal software nel valore di temperatura dell'acqua e questi dati vengono salvati in un file, uno per ogni sonda lanciata.

Dalla campagna osservativa emerge che tra il 2013 e il 2016 il riscaldamento è stato superiore a 0,4 °C, seguito da una leggera diminuzione e da un periodo stazionario negli anni successivi, per poi riprendere ad aumentare progressivamente dal 2021 fino al settembre 2023, quando ha raggiunto il suo massimo. Per un'indicazione dell'entità del fenomeno, va segnalato sia il breve arco temporale in cui è avvenuta questa variazione sia il fatto che, per indurre nel mar Tirreno l'aumento di temperatura misurato tra 2015 e 2023 nello strato tra 200 e 800 m di profondità, sarebbe necessaria una quantità di energia pari a decine di volte il consumo di energia elettrica in Italia in un anno.

«La serie storica di dati di temperatura lungo la stessa rotta è cruciale per gli studi climatici perché consente di valutarne l'evoluzione temporale, evidenziando le possibili variazioni quindi di capire se nel tempo c'è stato un riscaldamento o un raffreddamento lungo la colonna d'acqua nella zona monitorata», spiegano in una nota i ricercatori dell'ENEA, tra cui Franco Reseghetti, da poco in congedo e che in prima persona ha realizzato le campagne.

«Questa collaborazione - afferma Ivana Melillo, Head of Energy Efficiency di GNV - rientra nella più ampia strategia di sostenibilità di GNV attraverso cui intendiamo, tra le altre cose, dare il nostro contributo fattivo per preservare la biodiversità e l'ecosistema marino. Auspichiamo, infatti, ci sia modo di rafforzare sempre di più questo progetto portandolo anche sulle altre rotte operate dalla nostra Compagnia nel Mediterraneo. L'obiettivo a lungo termine è quello di utilizzare i dati raccolti anche per una sempre migliore gestione delle nostre navi ottimizzando, ad esempio, la manutenzione di scafi ed eliche».

Tag: ambiente