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03 dicembre 2024, Aggiornato alle 12,42
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Cultura

Il calamaro gigante di capitan Franconi

Racconto avventuroso di un incontro straordinario in mezzo all'Atlantico


di Claudio Franconi - DL Notizie

Ero imbarcato come "Allievo Nautico" sul Punta Amica diretto a Norfolk per fare il pieno carico di carbone da sbarcare poi a Bagnoli. Facevo la guardia assieme al 2° Ufficiale e quindi da mezzogiorno alle 16 e da mezzanotte alle 4 del mattino. Era una bella giornata estiva in mezzo all'Atlantico quando, verso le 15, il Secondo Ufficiale, Sig. Starita (ricordo anche il cognome) mi dice che deve assentarsi un momento e mi raccomanda di stare attento, raccomandazione superflua perché io stavo sempre attento e poi con la nave, un Liberty Canadese che faceva se e no dieci nodi in un oceano deserto, in quel momento pericoli di collisione non ve ne erano.

Mentre percorrevo come sempre il ponte di comando avanti e indietro da un'aletta all'altra controllando il tutto, vedo in mare sulla sinistra una grossa massa biancastra quasi sulla nostra rotta: corro sull'aletta di sinistra per vedere di cosa si trattasse e rimango allibito: era il corpo centrale di un calamaro senza testa: tagliata di netto (da un'elica? Da un capodoglio, noto nemico dei calamari?) quindi c'era chiamiamolo, il ceppo centrale con tutti i tentacoli, lo rivedo come fosse adesso, con i tentacoli inerti cullati dal mare: il tentacolo principale arrivava più o meno all'altezza del salpa ancore.

È passato proprio sotto di me. Purtroppo non avevo con me la macchina fotografica e nulla potevo fare: lentamente è scaduto di poppa ed è poi sparito alla vista. Quando l'ho detto al Secondo non appena rientrato in Plancia, non ha ritenuto opportuno fare alcunché e nemmeno avvisare il comandante: ogni minuto è prezioso per le tasche dell'armatore!

E così quell'incontro è rimasto mio e solo mio. Passati gli anni, ripensando a questo fatto anche a seguito di articoli sui calamari giganti, ci sono, non ci sono...che di tanto in tanto apparivano sui giornali, mi sono chiesto perché non provare ad informare chi potesse essere interessato ad un simile incontro, dato che sull'esistenza di questi calamari c'erano ancora molti dubbi. Ho quindi scritto allo Smithsonian Museum di Boston raccontando quanto sopra ho riportato: nessuna risposta.

Trascorso un po' di tempo ho scritto di nuovo precisando che non volevo soldi, ma solo informare della reale esistenza di questi esseri nei mari del mondo: di nuovo nessuna risposta. Passa qualche anno e sento alla televisione l'annuncio che per la settimana successiva era in programma una trasmissione di Alberto Angela sui calamari giganti: penso "questa è la volta buona"! Chiamo subito Rai3 qui a Milano, mi fanno parlare con un addetto alla trasmissione al quale racconto il fatto e mi chiede se ho una fotografia: rispondo di no, solo la mia testimonianza, che non avevo alcuna intenzione di comparire o farmi pubblicità, ma solo informare di questo fatto che, date le dimensioni dei resti, avrebbe dovuto essere di interesse scientifico.

Mi ha detto che ne avrebbe parlato con Alberto Angela e mi avrebbe fatto sapere. Il giorno dopo mi ha richiamato per dirmi che aveva parlato con Alberto Angela ma che non era interessato e poi ormai il programma era già stato impostato. Mi sono domandato allora, e mi domando ancora, se la trasmissione avesse un vero senso scientifico o fosse non so cosa, non lo so, non faccio commenti in merito. Quindi il "mio" calamaro gigante resta "mio" e se ne andrà con me.

Ma quanto era grosso? Questo non lo so perché mancava la testa e quindi il corpo principale, ma il tentacolo più lungo da sotto l'aletta arrivava, così, fluttuante e quindi non esteso, fino, come ho detto, quasi all'altezza del salpa ancore: non ho sottomano lo schema di un Liberty Canadese per rilevare questa distanza ma, se tutta la nave era lunga 141,93 metri, diviso per tre (prua- base cassero centrale, sezione centrale e sezione poppiera, dato che i Liberties canadesi avevano una stiva centrale) risulta che la distanza fra l'aletta di plancia e la ruota di prua avrebbe dovuto essere di 47,33 metri, togliamo cinque metri dal salpa ancore? restano 42 metri di solo tentacolo, mettiamolo per esteso, non so, tre metri? Arriviamo ad una lunghezza di circa 45 metri. Non ho idea di come sarebbe stato con il corpo ma, considerando che, a differenza dei polpi, è piuttosto lungo e affusolato... lascio a chi legge fare le più appropriate congetture anche perché, metro più metro meno, sempre enorme era.

Qui finisce il mio racconto: almeno voi che mi leggete potete condividere con me questo fatto e la certezza che questi animali non solo esistono, ma che hanno anche notevoli dimensioni, mi pare ben maggiori di quelli fino ad oggi trovati arenati su spiagge.
 

Tag: storia - ambiente