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18 aprile 2025, Aggiornato alle 18,44
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Politiche marittime

I pirati trascurano il golfo di Aden

Nel primo trimestre gli attacchi sono stati soltanto cinque, 85 due anni fa. La zona calda è ora la Nigeria


Nel primo trimestre di quest'anno si registrano nel mondo la metà degli attacchi pirata rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Si tratta dei consueti dati pubblicati dall'International Marine Bureau. 66 attacchi rispetto ai 102 del 2012 dello stesso periodo dello scorso anno. Le navi sequestrate sono state 4, 51 quelle abbordate e 7 quelle che hanno subito spari da arma da fuoco. 
L'analisi non sorprende. L'efficace controffensiva militare, soprattutto nella zona compresa da l'Oceano Indiano e il Golfo di Aden, ha dato i suoi frutto. Ormai tutte le navi sensibili, a rischio attacco nel momento in cui passano attraverso una zona pericolosa, sono difese in modo efficace. Resta molto calda invece la Nigeria, sia per il livello di violenza che per il tipo di pirateria, finalizzata all'ottenimento del cargo (petrolio) per la rivendita al mercato nero. Al largo della Somalia invece il business è quello dei riscatti. Secondo l'Imb i marittimi, infatti, quasi tutti gli incidenti più gravi, dove ci sono stati spari, rapimenti o addirittura morti sono avvenuti nel Golfo di Guinea, dove gli attacchi totali sono stati 15, mentre al largo della Somalia soltanto 5. Per rendersi conto del drastico calo, nello stesso periodo dell'anno scorso gli attacchi sono stati 28, nel 2011 ben 85. Ma le navi nelle mani dei pirati somali sono ancora cinque, con 60 marittimi in ostaggio a bordo e 17 a terra.
I marittimi presi in ostaggio sono stati 75, di cui 14 sequestrati ed uno ucciso. In termini numerici, il maggior numero di incidenti (25) si è verificato nelle acque dell'Indonesia, in prevalenza con furti a bordo di navi all'ormeggio.