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02 aprile 2025, Aggiornato alle 15,55
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I paesi in via di sviluppo sono già...sviluppati

L'Unctad pubblica il rapporto "Review of Maritime Transport 2011". Assicurazioni, certificazioni e cantieri: gli ultimi gap sono stati colmati. Le solide posizioni di Cina, Corea, Bangladesh e Filippine. La competitività nei container resta bassa   di Paolo Bosso  

Si direbbe che i paesi in via di sviluppo siano…già sviluppati. Almeno nel campo dei trasporti marittimi. In quarant'anni, più della metà delle importazioni è diretta verso queste nazioni, con una quota salita dal 18% nel 1970 al 56% nel 2010. Quasi la metà delle compagnie armatoriali batte bandiera "paese in via di sviluppo". Il Bangladesh è la capitale delle demolizioni, le Filippine da circa trent'anni forniscono la maggior parte del personale di bordo e, come non dimenticarle, la Cina e la Corea sono sempre più forti nelle costruzioni. L'ultimo rapporto sul trasporto marittimo internazionale della Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (Unctad) dal titolo "Review of Maritime Transport 2011" presenta un quadro chiaro dello scacchiere commerciale via mare.
Nella maggior parte dei casi gli elementi che mancano a questi paesi per essere pienamente competitivi con qualunque altra nazione occidentale sono la certificazione, l'assicurazione e una tecnologia moderna e aggiornata (il cosiddetto know how). Ma è solo questione di tempo, giusto quello per apprenderlo. L'India, ad esempio, ha già aderito all'International Association of Classification Societies (Iacs) e la Cina dispone di due delle principali banche del mondo per il credito navale. Nel 2010 il paese del Sol Levante e Repubblica di Corea hanno costruito complessivamente il 72,4% della capacità mondiale di navi in termini di tonnellate di portata lorda (tpl) e nove delle venti principali nazioni del settore armatoriale sono paesi in via di sviluppo. 
Al ruolo che attualmente ricoprono questi paesi nel trasporto marittimo hanno contribuito ovviamente gli operatori occidentali. All'inizio degli anni ‘70 impiegando personale straniero a basso costo. Poi, negli ultimi 10/15 anni, con l'acquisto di navi presso cantieri navali orientali.
Secondo l'Unctad un fattore di destabilizzazione attuale del mercato è la poca competitività del settore container, dominato da compagnie che si contano sulle dita di una mano. Il rapporto parla infatti di ben 35 nazioni costiere servite da non più di tre compagnie di linea. Cinque anni fa queste nazioni erano 25.
In totale, gli scambi mondiali via mare si sono attestati nel 2010 sugli 8,4 miliardi di tonnellate. Per quanto riguarda le consegne, sempre l'anno scorso le consegne sono aumentate del 28% con un aumento dell'8,6% della flotta mercantile mondiale. Lo scorso gennaio la capacità della flotta mondiale ha raggiunto quasi 1,4 miliardi di tonnellate di portata lorda, con un incremento di 120 milioni di tpl rispetto al 2010. In particolare, le nuove consegne si sono attestate a 150 milioni di tpl, mentre le demolizioni e le altre modalità di ritiro dal mercato sono ammontate a circa 30 milioni di tpl.
 
Paolo Bosso