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22 novembre 2024, Aggiornato alle 15,09
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Politiche marittime

I marò restano in Italia. L'India: "Inaccettabile"

Il ministero degli Esteri annuncia la decisione di non farli rientrare. La protesta: "Non siamo la repubblica delle banane"


Si irrigidisce il conflitto diplomatico tra Italia e India dovuto all'arresto dei due militari italiani accusati dell'omicidio di due pescatori indiani. Con una nota il ministero degli Esteri informa che i due marinai resteranno in Italia. «L'Italia – si legge nel comunicato - ha informato il governo indiano che, stante la formale instaurazione di una controversia internazionale tra i due Stati, i fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non faranno rientro in India alla scadenza del permesso loro concesso».
I due militari, appellati impropriamente marò ("marò" è il termine gergale per "marinaio" che i marinai usano per chiamarsi tra loro, una specie di "compagno") sono tornati in Italia per votare e sarebbero dovuti ritornare nel paese asiatico in questi giorni.
Dura la reazione del governo indiano. «Assolutamente inaccettabile» è stato il commento del primo ministro Manmohan Singh, i due marinai «devono essere processati in India». Un «tradimento» ha detto il portavoce del Bharatya Janata Party, il partito di centrodestra indiano, Rajiv Pratap Rudy, «un inganno contro la Corte Suprema indiana», «gli italiani pensano che l'India sia la repubblica delle banane».
E' passato più di un anno da quando i due marinai Massimiliano Latorre e Salvatore Girone spararono e uccisero due pescatori di 45 e 26 anni che, a bordo di un peschereccio, navigavano in maniera "sospetta" finendo per essere scambiati per pirati.