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14 marzo 2025, Aggiornato alle 18,16
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Infrastrutture

I due ufficiali

Alla Capitaneria di Porto di Napoli abbiamo incontrato Raffaele Vezzi e Luciano Del Prete, rispettivamente responsabili uscente e subentrante della sezione tecnica, sicurezza e difesa portuale. Il racconto dei due ufficiali su ruoli e compiti di questo delicato comparto di Paolo Bosso  


Che la Campania fosse terra di naviganti è un fatto risaputo, tant'è vero che Genova e Torre del Greco sono i porti con il maggior numero di marittimi in attività, quelli più comunemente conosciuti come "gente di mare". Che il porto di Napoli è uno tra quelli a più intensità di traffico al mondo, anche questo è risaputo, in quanto dopo la baia di Hong Kong la maggior concentrazione di navi è proprio nel nostro golfo. A tutto questo, ed altro, sovrintende la Capitaneria di porto con una speciale sezione "tecnica, sicurezza e difesa portuale". È formata da non più di 15, 20 uomini impegnati affinché tutto vada per il meglio. Dal rimorchio all'ormeggio, dal reclutamento del personale all'indagine sui sinistri. A Napoli il capo di questa sezione era, fino allo scorso 31 dicembre, il Cap. Vasc. Raffaele Vezzi (nella foto a sinistra). Al suo posto, a partire dall'1 gennaio di quest'anno, è subentrato il Cap. Freg. Luciano Del Prete (nella foto a destra). Classe 1966, Del Prete è nato a Torre del Greco. Dal '90 al '96 è stato a capo della sezione tecnico-operativa del porto di Crotone, poi comandante dell'Ufficio Circondariale Marittimo del porto di Procida. Nel '93 è impegnato come comandante di motovedetta d'altura nella missione internazionale Pellicano a favore delle popolazioni dell'Albania, partecipando anche alla missione Nato di embargo ai paesi della ex-Jugoslavia. Dal 2005 al 2011 dirige la sezione operativa della Capitaneria di Napoli. Raffaele Vezzi può invece vantare un importante primato: è, con tutta probabilità, il capo sezione tecnica con la più lunga attività in Italia. Dal 1982 ad oggi ha sempre lavorato in questo comparto del porto di Napoli, e dal settembre del '93 fino a poche settimane fa ne è stato il capo. Entrambi gli ufficiali li abbiamo incontrati nella sede della Capitaneria di Porto di Napoli a piazzale Pisacane. Ci hanno raccontato ruoli, compiti e problemi legati all'attività dell'importante sezione.
«Gestiamo in sintesi il traffico portuale in tutte le sue fasi, preoccupandoci di sorvegliare i momenti che accompagnano l'arrivo e la partenza di una nave», spiegano i due ufficiali. Tra i compiti, reclutamento del personale della Capitaneria, garante dei servizi portuali, organizzazione degli ormeggi delle navi, soprattutto la programmazione annuale delle unità da crociera, rifornimento combustibile, servizi antincendio, riparazioni navali.  «Questi ultimi tra i momenti più delicati», sottolinea Vezzi. Infine, il controllo sicurezza della darsena Petroli, tra le più complesse in quanto anche area di deposito gas.
Una grande collaborazione è attiva tra la sezione Tecnica della Capitaneria ed i servizi tecnico-nautici del porto: piloti, rimorchiatori, ormeggiatori. «E' fondamentale per la sicurezza e la perfetta operatività del porto», spiegano entrambi gli ufficiali. «E' importante  quindi – continua Del Prete – la perfetta sinergia con tutti i servizi, soprattutto con il corpo dei piloti, vista la particolarità del porto di Napoli, dove il traffico commerciale quasi sempre deve fare i conti con il traffico di cabotaggio locale. Centinaia di movimenti al giorno di piccoli traghetti, aliscafi e mezzi veloci che collegano Napoli con le località costiere e le isole». Conoscere il traffico e le particolarità del porto, fondali, banchine, attrezzature, diventa, pertanto, essenziale soprattutto ai fini della sicurezza. Concetto quest'ultimo che, dopo l'11 settembre 2001, va diviso in due parti: safety e security. In breve, la safety riguarda la sicurezza in generale con la tutela di passeggeri, navi e merci, mentre la security racchiude le misure di controllo allo sbarco, ma soprattutto all'imbarco, che rendono un porto molto simile ad un aeroporto. Quest'ultimo aspetto è una diretta conseguenza delle misure antiterrorismo: metal detector, raggi x per le valigie, serrato controllo documenti e monitoraggio h24 dei vari terminal. Da qui la domanda sorge spontanea: il porto di Napoli è sicuro? «Tutto sommato si» rispondono pronti Del Prete e Vezzi. «Sono stati fatti passi da gigante negli ultimi anni. I controlli sono efficaci e si riducono anche le possibilità d'incidenti dovuti, prima, ad una carente sorveglianza». 
Paolo Bosso