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18 aprile 2025, Aggiornato alle 18,44
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Gli scali italiani chiedono più risorse ma la politica latita

Gli interventi di Federagenti e Confitarma ribadiscono le emergenze della portualità criticando il disinteresse del governo


«A questo punto conviene dare le chiavi del treno ai parlamentari o, meglio, alla Capitaneria di Porto» con questa battuta del presidente Federagenti Filippo Gallo il cluster del mare sintetizza le critiche rivolte al governo nel corso dell'Assemblea Assoporti di Roma, dove tra l'altro non era presente neanche un ministro. «Siamo infastiditi - prosegue Gallo - negli ultimi due anni la politica è stata disinteressata. Pensavamo inizialmente ad una disattenzione causata dal poco appeal di questo settore, invece si tratta di una vera e propria deficienza del governo. Non c'è mai stato un progetto decente sulla portualità».
Intervenendo nel corso dell'Assemblea, anche il presidente Confitarma Paolo d'Amico ha spiegato quali saranno le misure future da prendere, confermando tutte le impressioni del presidente Assoporti Francesco Nerli. «Bisogna partire dal sistema portuale del Mediterraneo che è diventato molto aggressivo. Per rimanere competitivi, soprattutto nelle Autostrade del Mare, abbiamo bisogno di risorse che solo un'autonomia finanziaria puo' darci».