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23 aprile 2025, Aggiornato alle 18,29
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Infrastrutture

Gioia Tauro, dieci punti per ripartire

Il governo e i comuni di Gioia Tauro e San Ferdinando mettono al primo posto la creazione di una Zona Economica Speciale


L'europarlamentare del PD Pino Arlacchi, insieme ai Comuni di Gioia Tauro e San Ferdinando, ha raccolto in dieci punti le cose da fare per rilanciare il porto di Gioia Tauro e farlo uscire dalla crisi. Stati generali per cercare di uscire da un impasse fatto di scarso traffico e conflitti tra sindacati e terminalista.
Al primo posto la creazione della zona Zes (Zona Economica Speciale). Al secondo l'istituzione dello Sportello unico investitori per l'area retro portuale a burocrazia zero ed al terzo la promozione internazionale del porto e del retro-porto. «Se Gioia Tauro - afferma Arlacchi - non entra nella contrattazione tra l'Italia e gli altri Paesi non si va da nessuna parte. La vera sfida dello sviluppo è lo sviluppo del retroporto e la sua crescita non e' in concorrenza con gli altri scali del sud Italia». Avanti anche con il ferro-bonus, concessioni agli operatori, incentivi al transhipment, eliminazione del vincolo ambientale sull'area industriale, gateway ferroviario e nuove infrastrutture portuali e ferroviarie.
Dalla due giorni di dibattiti ed incontri sullo scalo è emersa poi la necessità di realizzare tariffe ferroviare più competitive da parte di Rfi e l'istituzione di un referente unico interministeriale presso la presidenza del Consiglio dei Ministri. Infine, al decimo punto del decalogo la richiesta di certificazione di sicurezza interna ed esterna del porto realizzata dall'Unicri.