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22 novembre 2024, Aggiornato alle 15,09
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Infrastrutture

Genova, un miliardo in tre anni per rinnovare il porto

Riqualificazione della diga foranea e ribaltamento a mare di Sestri Ponente le opere più consistenti. Ma al momento ne sono finanziati poco meno della metà

Bucci, Signorini, Toti e Rixi

Poco più di un miliardo di euro in tre anni per rafforzare e rinnovare il porto di Genova, beneficiando delle deroghe per la ricostruzione del ponte Morandi. Diga foranea in cima alla lista, seguita dal ribaltamento a mare dello stabilimento di Sestri Ponente di Fincantieri, poi la ristrutturazione del silos Hennebique e l'intervento di adeguamento del Parco Fuori Muro. In realtà a bilancio ci sono meno della metà del fabbisogno, 450 milioni, 202,3 milioni con il pacchetto di norme degli ultimi mesi (leggi 130, 136, 145 del 2018); 160,5 milioni con fondi a bilancio dell'autorità di sistema portuale; 72,3 milioni da altri soggetti pubblici e 14,2 milioni di euro da capitali privati. Mancano all'appello, quindi, 612 milioni, di cui 215 milioni sono per il ribaltamento a mare di Fincantieri, 300 milioni per la prima fase della riqualificazione della diga foranea, 90 milioni di euro per la ristrutturazione del silos Hennebique, a carico dei privati, e 7 milioni quale cofinanziamento per l'intervento di adeguamento del parco Fuori Muro.

Il piano è stato presentato venerdì, nella sala trasparenza della Regione, con, tra gli altri, il viceministro ai Trasporti, Edoardo Rixi e il governatore della Liguria, Giovanni Toti. È stato approvato dal commissario Marco Bucci su proposta del presidente dell'autorità di sistema portuale, Paolo Emilio Signorini. Beneficerà per tre anni anni delle deroghe previste per la ricostruzione del ponte Morandi.

Si trattano di «una serie di interventi che il porto di Genova aspetta da tempo», commenta Toti. «Un piano molto articolato - continua - che non riguarda solo banchine, dighe e sistemi di trasporto ma investimenti che cambieranno il volto dello scalo genovese. Credo si sia fatto uno straordinario lavoro in questi mesi dopo il crollo del ponte Morandi: l'apertura della viabilità parallela, il recupero della ferrovia in tempi rapidissimi hanno garantito al nostro porto di chiudere con un sostanziale pareggio dopo due anni di espansione importante».

«Con la nuova diga foranea per la parte a mare e con gli investimenti sull'ultimo miglio ferroviario e stradale per la parte a terra», commenta Signorini, il porto «cambierà completamente superando i problemi di accessibilità e rilanciando la sua competitività. Si può prevedere di arrivare nell'arco dei prossimi anni alla movimentazione di oltre 4 milioni di teu che potranno diventare 6 con il completamento di terzo valico e Gronda».

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