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22 novembre 2024, Aggiornato alle 15,09
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Infrastrutture

Genova, si completa il ponte sul Polcevera

Sollevata l'ultima campata, in una cerimonia con il premier Conte, il governatore Toti e gli imprenditori. Prossimi passi, carter laterali e sensori di monitoraggio ad alta tecnologia


Oggi a Genova si è tenuta la cerimonia di varo dell'ultima campata in acciaio del nuovo ponte sul Polcevera, che sostituirà lo storico Morandi, crollato parzialmente il 14 agosto del 2018 provocando 43 morti e oltre cinquecento sfollati. All'evento, tenutosi sotto "l'ascensore" che ha portato su l'ultimo pezzo del ponte, sono intervenuti con brevi discorsi il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte; la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli; il governatore della Regione Liguria, Giovanni Toti; il sindaco della città di Genova e commissario per la ricostruzione, Marco Bucci; l'ad di Salini-Impregilo, Pietro Salini, e l'ad di Fincantieri, Giuseppe Bono.

Tutti gli interventi hanno sottolineato due cose, la velocità e la tempestività dell'opera - i tempi di costruzione, le sfide ingegneristiche e le innovazioni edili messe in campo - e il suo essere da esempio per le prossime infrastrutture, strategiche o meno, da realizzare in Italia: il "modello Genova". Quando sarà aperto? Ci vorranno ancora diversi altri mesi di lavoro per completarlo definitivamente, come hanno sottolineato Bucci e Salini. Auspicabilmente, entro l'anno. 

Con quest'ultimo sollevamento, il nuovo viadotto sul Polcevera disegnato da Renzo Piano, la cui costruzione e progettazione è stata affidata a Fincantieri Infrastructure e Salini Impregilo, raggiunge la sua lunghezza definitiva, pari a 1,067 metri. È un collegamento molto importante per Genova perché consente di muoversi più velocemente tra la zona di Levante e Ponente della città portuale. Ora la struttura verrà completata con gli ultimi carter (la parte arrotondata laterale), dopodiché avverrà il calaggio sugli appoggi definitivi. Il prossimo appuntamento, dopo le attività di rivestimento, sarà quello con le tecnologie sviluppate da Seastema e Cetena, sempre del gruppo Fincantieri, dotando il ponte di sensori di monitoraggio di alta tecnologia.

Costruire un nuovo ponte
Un «grande vascello bianco che attraversa la valle», semplicemente "Il Ponte", come lo ha ribattezzato Piano, che infatti nel disegno richiama proprio una nave. Per Fincantieri l'aver partecipato alla costruzione rappresenta un bel passo avanti nel processo di espansione e nuova ingegnerizzazione del gruppo avviato negli ultimi anni, acquisendo società specializzate nello sviluppo di materiali. Costruire il nuovo ponte sul Polcevera ha richiesto 17,400 tonnellate d'acciaio, forgiate negli stabilimenti italiani di Fincantieri, coinvolgendo circa 800 persone. Nei momenti di picco, fino a 350 ingegneri e tecnici specializzati si sono occupati delle rifiniture. Per completare l'impalcato sono serviti 19 sollevamenti, di cui tre particolarmente grandi, campate da 100 metri l'una da sollevare a 40 metri dal suolo, scavalcando il torrente Polcevera e la traccia ferrovia. Operazioni che sono durate in alcuni casi anche due giorni con l'assistenza di 50 persone e l'utilizzo di gru e strand jack per issare sino a 1,800 tonnellate di peso. 

Martedì, per la precisione, è stata sollevata la campata tra le pile p11 e p12, completando la struttura portante del nuovo viadotto. Un percorso iniziato l'11 marzo 2019 con il taglio della prima lamiera allo stabilimento Fincantieri Infrastructure di Valeggio sul Mincio (Verona) e proseguito con l'innalzamento del primo impalcato il primo ottobre dello stesso anno. 

«A marzo dell'anno scorso davamo il via alla produzione di conci nel nostro stabilimento di Valeggio sul Mincio - ricorda Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri - e già prevedevamo di poter accelerare sui tempi: il risultato di oggi ci dà ragione. È stata ripagata la fiducia riposta in Fincantieri, che, come promisi, con le sue competenze ha saputo gestire in tempi record un'opera così complessa. Perché quando noi italiani vogliamo, sappiamo rimboccarci le maniche e fare grandi cose. Certo, non avremmo mai pensato che saremmo stati costretti a fronteggiare una pandemia capace di bloccare le attività produttive del nostro Paese e del mondo intero: ai nostri uomini che in questi mesi hanno lavorato senza sosta va ancora una volta il mio ringraziamento. Il modello Genova – conclude Bono-  lodato e invocato da tanti in questi giorni, è il nostro modello, per il futuro del Paese. Fincantieri continuerà infatti a mettere a disposizione il proprio expertise e le proprie risorse per contribuire, accanto alle Istituzioni, alla creazione di un nuovo modello di sviluppo economico nazionale».