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20 dicembre 2024, Aggiornato alle 18,38
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Infrastrutture

Genova, Alis contraria al petrolchimico a San Giorgio

Secondo l'associazione dell'autotrasporto lo spostamento dei depositi chimici nell'area del terminal rotabili, oltre ad essere pericoloso, riduce l'operatività dei mezzi pesanti con conseguenze sui traffici


«Abbiamo appreso la preoccupante notizia relativa allo spostamento nel porto di Genova, in pieno centro città, disposto dal Commissario straordinario Bucci, delle attività di stoccaggio e movimentazione di prodotti chimici e petrolchimici. Una simile operazione è per noi inaccettabile in quanto comporterebbe seri rischi per la sicurezza e la salute di lavoratori e cittadini, oltre ad impattare notevolmente sul livello di efficienza e puntualità dei traffici merci e sull'intero indotto per il porto di Genova». Così il vicepresidente di Alis, Marcello Di Caterina, commenta l'iniziativa del Comune di Genova di trasferire da Multedo a ponte Somalia, vicino il bacino di Sampierdarena, i depositi chimici di Carmagnani e Superba.

L'iter autorizzativo richiederà ancora tempo. Pochi giorni fa c'è stato il via libera del Comitato di gestione dell'autorità portuale di Genova, nei primi mesi dell'anno è prevista la Conferenza dei servizi, a cui nel frattempo si aggiungerà il responso del Consiglio superiore dei lavori pubblici sull'adeguamento tecnico-funzionale del demanio portuale. L'area è quella del terminal San Giorgio, attualmente utilizzata per le operazioni di imbarco e sbarco dai traghetti. «Sotto il profilo della sicurezza – continua Di Caterina - nelle immediate vicinanze di tali depositi, dove verosimilmente transiteranno i camion in entrata ed uscita, i rischi sono molto elevati anche considerando l'alto tasso di infiammabilità dei prodotti petrolchimici. Inoltre, dal punto di vista dei traffici merci attraverso le autostrade del mare, i soci Alis operanti nel trasporto terrestre e marittimo  effettuano dal porto di Genova importanti servizi rotabili di linea», verso Sicilia, Sardegna e Malta, con un numero medio di 12 toccate settimanali e circa 620 ormeggi annui. Il terminal di San Giorgio ha visto crescere del 10 per cento circa il traffico ro-ro nei primi dieci mesi dell'anno. Perdendo parte di questi spazi per ospitare i depositi chimici, secondo Di Caterina, le imprese di autotrasporto non possono garantire la stessa operatività. Stiamo parlando di circa 150 mila rotabili e 50 mila auto all'anno, il che «causerebbe di conseguenza perdite significative di traffico per tutto il Porto di Genova così come riduzioni notevoli sul numero di avviamenti di personale nonché rischi elevati di perdite di posti di lavoro e notevoli congestioni e colli di bottiglia».

«C'è il serio e concreto rischio – conclude il vicepresidente dell'associazione dell'autotrasporto - che Genova si trasformi in un'altra Beirut, dove nel 2020 avvenne proprio all'interno del porto un violento incendio in un magazzino di prodotti esplosivi. Chiediamo pertanto un immediato confronto con il commissario straordinario Bucci, il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e l'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale per non autorizzare operazioni dannose per la sicurezza e per l'intero sistema portuale».

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Tag: genova