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Cultura

Garibaldi marinaio, una storia nella storia

Decio Lucano ripercorre le tappe fondamentali della vita da navigante condotta dall'Eroe dei Due Mondi. Che negli ultimi anni divenne anche scrittore

Giuseppe Garibaldi (Ph: Sportmemory)

di Decio Lucano - DL Notizie - Logbook n° 12 - 2025

In data 5 agosto 1855 Giuseppe Garibaldi (Nizza 1802 - Caprera 1882) conseguiva presso la Capitaneria di Genova la patente di Capitano di Lungo Corso n. 155, il Libretto di Navigazione è esposto a Palazzo San Giorgio a Genova. Nel 1954 all'Istituto Tecnico San Giorgio di Genova tra i libri di testo c'era il libro del mare Prose e poesie marinaresche a cura di Gian Andrea Bandini edito a Milano dalla casa editrice Luigi Trevisini, in realtà una enciclopedia dei più grandi scrittori del mondo. A pag. 114 riporta una parte di una lunga narrazione di Giuseppe Garibaldi al comando del bastimento Rio Pardo naufragato "tra i marosi" lungo le coste del Sud America. Scritte emozionanti.

Garibaldi e Bixio frequentarono la Scuola Nautica di Genova verso il 1820 per imbarcarsi al termine degli studi come mozzi nella Marina Sabauda (appunto da scritti dei comandanti Carlo Gatti e Bruno Malatesta). Tra il 1825 e il 1833 gli imbarchi si susseguirono, sulla Santa Reparata, e poi su altre navi di maggiore impegno: l'Enea, il Coromandel, il Cortese, la Nostra Signora delle Grazie, e poi il Giovanni Francesco, il Conte De Geneys, il San Giuseppe, la Clorinda.

Erano quasi tutti brigantini, con destinazione prevalente nel Levante ed anche in Mar Nero, a Odessa e Taganrog; ma non mancarono altre destinazioni nel Mediterraneo centrale ed occidentale, fino a Gibilterra. Della vita di mare Giuseppe sperimentò e condivise tutto, non solo i rischi della navigazione, ma anche le malattie, le difficoltà impreviste del mare, i pirati. Tornò a casa, a Nizza. L'anno successivo fu iscritto nella matricola della Direzione marittima di Genova, al n. 12.946, come capitano di 1a classe, con patente n. 135 del 13 agosto 1855. Da questo giorno fino al 5 ottobre ebbe il comando di una piccola unità a vapore costruita dai fratelli Orlando e di cui Luigi Orlando figurava armatore: era il Salvatore, abilitato al traffico costiero.

Dal 1858 in poi Giuseppe Garibaldi fece diversi imbarchi al comando di grandi velieri. Tra questi citiamo (1858) Liguria,1800 tonnellate, tipo Ship, 1856, Brig, Carmen, brig, 700 T, faceva viaggi tra Callao e Canton), e altri come Patria, Emma. Bisogna leggere e consultare il volume di Gio. Bono Ferrari (1882-1942) Capitani di Mare e bastimenti di Liguria del secolo XIX, 800 pagine che brillano di mare e del "marinaio" Garibaldi che fece molti viaggi intorno al mondo. Gio. Bono Ferrari divenne poi direttore del Museo Marinaro di Camogli, città da cui l'eroe dei due mondi ebbe il battesimo di marinaio.

Ritornando al Libro del Mare, sperando che gli studenti oggi al Nautico abbiano buoni libri di testo, mi è rimasto come una icona indelebile tutta la vita il capitolo "Il Rio Pardo tra i marosi", tre pagine pubblicate nel volume, descritte con penna che "entra subito nel vivo della descrizione con una energia che svela il suo temperamento". Il Rio Pardo comandato da Garibaldi si infrange sulle coste dell'America del Sud che lui conosceva bene per averci combattuto quale soldato, marinaio, generale, ammiraglio dello Stato di Rio Grande in Uruguay.

Lo storico inglese Denis Mack Smith nel suo libro Garibaldi (1993 Mondadori per Il Giornale) scrive a pag. 208 "Nell'ozio forzato del 1868 Garibaldi cominciò a scrivere il suo primo romanzo Clelia; scrisse in tutto tre romanzi compreso uno sui Mille in Sicilia. I romanzi non hanno interesse, sono storie d'amore e di eroismo. Le Memorie invece sono il suo scritto migliore perché riflettono una partecipazione personale reale.
 

Tag: storia - navi