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14 marzo 2025, Aggiornato alle 18,16
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Infrastrutture

Fincantieri, un piano lacrime e sangue

Il comitato consultivo riunitosi insieme ai sindacati annuncia il piano anticrisi. Se il tutto verrà confermato, chiusura per gli stabilimenti di Castellammare di Stabia e Sestri Ponente. il 40% degli operai in cassa integrazione


C'era da aspettarselo ma resta comunque una doccia fredda quella arrivata ieri dal comitato consultivo Fincantieri riunitosi insieme ai sindacati per decidere il futuro dell'azienda. Se il piano presentato resta così, Castellammare di Stabia (400 addetti) e Sestri Ponente (740) chiuderanno e in totale nel biennio 2012-2013 ci sarà cassa integrazione per il 40% dei dipendenti del gruppo navalmeccanico, pari a 3.200 addetti. A renderlo noto il segretario regionale della Fiom Cgil delle Marche Giuseppe Ciarrocchi.
«Si tratta - ha spiegato il segretario nazionale dell'Unione Italiana Lavoratori Metalmeccanici (Uilm), Mario Ghini – di una media di 2.012 cassintegrati distribuiti con specificità distinte su tutti i cantieri presenti sul territorio nazionale». Per Ghini la cig «era nell'aria» ed il sindacato «dovrà valutare come reagire a far salvi i diritti dei lavoratori che attraverso gli idonei ammortizzatori sociali potranno raggiungere l'età pensionabile, dato che bisogna tener conto anche degli effetti della riforma pensionistica presentata dal governo. Inoltre, l'esecutivo dovrà fare sentire la propria presenza anche rispetto a nuove commesse che sarebbero dovute arrivare in diversi siti cantieristici».
«Fincantieri chiederà un incontro al ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, per discutere il piano industriale» ha annunciato il segretario regionale della Fiom Cgil delle Marche Giuseppe Ciarrocchi. Ad autorizzare la Cigs (12 mesi prorogabili per altri 12) sarà poi il ministero del Lavoro: «ma bisogna fare presto - afferma il sindacalista - perché per quattro cantieri, fra cui Ancona, l'assegno di cassa attuale scade a fine dicembre».