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22 novembre 2024, Aggiornato alle 15,09
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Infrastrutture

Fincantieri riapre con catena logistica allargata

Da lunedì operativi tutti e otto gli stabilimenti italiani. In ogni centro al lavoro circa il dieci per cento dei dipendenti, per poco meno della metà dei complessivi. Priorità agli scafi e alle riparazioni


Una riapertura graduale, con lavori sugli scafi e il minimo del personale - poco meno della metà -, aumentando la frequenza dei turni ed evitando gli assembramenti. Fincantieri, insieme ad altre come Gucci, sarà una delle prime grosse aziende italiane a riprendere l'attività dopo un lockdown di oltre un mese.

Si riparte lunedì, ovviamente non a pieno regime. Il gruppo navalmeccanico prevede un rientro alla relativa normalità industriale entro sei settimane. Priorità alle attività di riparazione e manutenzione, con tutta la catena delle distribuzione "allargata" per evitare gli assembramenti, soprattutto tra le vie di accesso, o alla mensa, per esempio. Il 20 aprile, come rende noto La Stampa, a Monfalcone andranno a lavorare 700 tra operai e colletti bianchi, su un totale di 7 mila che lavorano lì. Stessa quota (10%) per lo stabilimento di Marghera. 300 circa saranno quelli attivi da domani a Riva Trigoso, dove il sindacato Fiom-Cgil ha però proclamato sciopero di otto ore, contraria all'apertura anticipata rispetto ai termini stabiliti dagli accordi sindacali. Anche ai centri di costruzione e riparazione di La Spezia e Ancona potrebbero esserci proteste simili. In totale dovrebbero essere circa 8,600 i dipendenti che ritornano a lavorare, su un totale di circa 19 mila, ma includendo anche le controllate fuori dall'Italia.

Il carico di lavoro è molto alto. Nel 2019 Fincantieri ha chiuso il miglior bilancio di sempre con 6 miliardi di euro di ricavi. Le unità in costruzione sono parecchie, e continuano ad aumentare poiché il rapporto tra : il portafoglio ha raggiunto le 109 navi, con un backlog di 30 miliardi. L'anno scorso ha consegnato 26 navi da 12 stabilimenti e ottenuto 28 commesse.

Ci saranno una serie di misure per evitare di creare condizioni suscettibili di epidemia. Lo smart working resta in vigore per tutte le attività non direttamente navalmeccaniche. Tutto il personale è stato intervistato nei giorni successivi allo scoppio della pandemia per permettere di monitorare eventuali epidemie interne. È stata attivata una pagina internet dedicata a tutti gli aspetti logistici e sanitari. È stata avviata una copertura assicurativa specifica per il Coronavirus, a disposizione delle ditte dell'indotto. Tutti i cantieri sono dotati di screening termino per rilevare la temperatura degli operai.