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22 aprile 2025, Aggiornato alle 14,49
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Federagenti, l'assemblea

Oversupply, caro-bunker, noli troppo bassi e autonomia finanziaria. Sono stati questi i temi affrontati alla 63esima assemblea degli agenti marittimi. Le buone notizie di Genova e Trieste. Le difficoltà di Napoli sui dragaggi | fotogallery


di Paolo Bosso 

La crisi, composta da oversupply, costo del carburante e noli a basso costo. L'autonomia finanziaria che i porti chiedono da tempo ma, se non con qualche proposta da parte di un pugno di parlamentari, è ancora lungi dall'approdare in Parlamento. E poi la solidità dell'armamento italiano che il cluster nazionale sottolinea sempre con orgoglio. Sono stati questi i temi snocciolati nel corso degli interventi alla 63esima assemblea Federagenti, la federazione nazionale degli agenti marittimi. Quest'anno l'assise si è svolta a Napoli, nella Stazione Marittima del porto.
Dopo i saluti del neopresidente Assoagenti Napoli, Andrea Mastellone, e del presidente dell'Autorità portuale dello scalo campano, Luciano Dassatti, il convegno è entrato nel vivo con la relazione della guida della federazione nazionale, Filippo Gallo. Un discorso su cui pesa lo spettro di una crisi che nel mondo marittimo ha un sapore particolare: le condizioni del mercato sono determinanti ma l'oversupply è il fattore che sta condizionando ogni scelta sui servizi, a cui si aggiunge il basso livello dei noli, che va avanti ormai da anni, e il caro costo del carburante.
La relazione di Filippo Gallo. "La flotta portacontainer crescerà quest'anno del 9%, quella del carico secco del 12, le petroliere del 7 e le product tanker del 3" afferma Gallo. In altri tempi questo avrebbe rappresentato una buona notizia ma, anche se la domanda è, secondo Gallo,"relativamente stabile", non costituisce attualmente una spinta produttiva, semmai un ostacolo: l'armamento mondiale ha una flotta che al momento viaggia mezza vuota.  Il bunker poi è aumentato del 50% e negli ultimi due anni addirittura del 75%. Troppo. "Tanto da influire ormai sul 60% del costo complessivo di un singolo viaggio" spiega Gallo. Malgrado queste difficoltà, però, il presidente Federagenti ci tiene a ricordare le recenti statistiche del Censis che posizionano l'Italia al primo posto in Europa per importazioni via mare, con 184,4 milioni di tonnellate merci, e al terzo posto per esportazioni. Nel traffico passeggeri la situazione resta solida, come sempre, mantenendo il primato con 6,7 milioni di crocieristi.
Nell'ultimo trimestre 2011 e nei primi tre mesi di quest'anno i noli hanno segnato il punto più basso e le prime venti compagnie (85% della flotta globale) hanno perso l'anno scorso 6,5 miliardi di dollari. In pratica ogni teu trasportato costa 102 dollari in meno. La colpa? Della crisi dei mercati, ma per il settore il problema resta sempre lo stesso: l'ingresso di portacontainer sempre più grandi. Le cifre sono alte. Lo scorso anno sono entrate in servizio 188 nuove unità che insieme fanno 1,2 milioni di teu. Così le compagnie hanno ridotto i servizi e riorganizzato le toccate facendo perdere il 10% della capacità media tra Asia ed Europa.
Le buone notizie, i dragaggi. Genova e Trieste sono, secondo Gallo, i capofila dei porti che possono permettersi di far entrare navi che sfiorano i 10mila teu. L'ingresso di questi giganti è l'unico fenomeno veramente positivo che rende questi scali appetibili per gli armatori. Nel capoluogo ligure la settimana scorsa è addirittura approdata una nave da 13mila teu, la Maersk Eindhoven. Per quanto riguarda Napoli il discorso è diverso. Non fa parte di questo fenomeno perché i dragaggi, sempre annunciati ma mai partiti, non ci sono stati. Attualmente può permettersi di ospitare unità non superiori ai 5mila teu (due settimane fa è arrivata Hanjin Rome). Ma  secondo Gallo queste navi sono antieconomiche nel Mediterraneo.
L'intervento di Nerli. Il presidente Assoporti Francesco Nerli, che a breve darà addio all'associazione, sottolinea la necessità di integrarsi alle rete europea, "altrimenti – afferma – saranno soltanto i porti adriatici e liguri a crescere, mentre il Mezzogiorno rischia di sparire". Un altro estremo ritardo per il sistema marittimo italiano riguarda la burocrazia. "Siamo fermi allo sportello unico doganale, delineato nel 2003 e partito in via sperimentale solo nel 2010" spiega Nerli. Ma in realtà secondo il presidente Assoporti c'è bisogno di uno sportello unico portuale diretto dall'Authority, un'organizzazione che permetta agli operatori di rivolgersi ad un unico ente senza la giungla attuale di referenti. La notizia confortante è che i costi operativi dei porti italiani sono in linea con quelli del Vecchio Continente. "Se il governo ci avesse dato le stesse risorse che ha dato all'autotrasporto adesso avremmo porti a due piani, mentre è dal 2006 che non abbiamo più niente" conclude Nerli. Il nocciolo di tutto resta, quindi, l'autonomia finanziaria di cui è stata presentata nei giorni scorsi una bozza dal viceministro ai Trasporti Mario Ciaccia che però non è riuscita ad arrivare al Consiglio dei Ministri.
Autonomia Finanziaria. "Nel 2001 la riforma del mercato del lavoro è stata l'ostacolo che non ci ha permesso di concretizzare la riforma della legge 84/94 - afferma Luigi Grillo, presidente della commissione Lavori Pubblici – nella legislatura successiva ci fu un freno da parte di Anna Donati, (attuale assessore alla Mobilità del comune di Napoli ndr). In questa legislatura abbiamo ripreso i lavori di una legge incentrata sulla governance su cui tutti i parlamentari concordano. Da qui a quindici giorni approveremo il testo". Dovrebbe trattarsi di una riforma "presidenziale", dove i comitati portuali fanno capo all'authority, il piano regolatore risponda al silenzio assenso, eliminando così il rischio di procedure che richiedano anni per essere approvate, e che infine favorisca chi investe di più premiandolo con concessioni più lunghe. Dell'autonomia finanziaria  nessuna traccia anche se nel progetto di Grillo c'è la bozza di quell'1% di gettito che, seppur poco, "permetterà ai porti di accedere più facilmente al credito bancario con grosse capacità di investimento".

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Prorogata la presidenza di Gallo. Un comunicato da parte della Federagenti annuncia la proroga del mandato del presidente Filippo Gallo sino a dicembre 2012 "per permettergli di portare a termine alcune questioni molto importanti per la categoria da lui avviate". Si tratta, in particolare, della candidatura italiana per la 42° Assemblea Annuale di Fonasba (Federation of  National Associations of Ship Brokers and Agents) che si terrà a Venezia ad ottobre alla presenza di tutte le associazioni mondiali degli agenti marittimi. "Mentre - informa la nota Federagenti - sul piano nazionale è quanto mai necessario dare continuità alla discussione in corso presso le sedi istituzionali per l'aggiornamento della legge professionale sulla nuova normativa relativa alle liberalizzazioni, i cui regolamenti attuativi dovranno essere adottati entro il 31 dicembre 2012".

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