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14 marzo 2025, Aggiornato alle 18,16
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European Cruise Council, "Le crociere restano un viaggio sicuro"

Conferenza stampa da Londra con i principali esperti europei del settore crocieristico. Ipotesi esercitazione abbandono nave prima della partenza, anziché entro 24 ore dall'inizio del viaggio


La conferenza stampa organizzata ieri dall'European Cruise Council cerca di mettere in chiaro una cosa: le crociere sono e restano un viaggio sicuro. Da Londra, luogo dell'incontro, il messaggio che traspare è quello di una tragedia, l'incidente del Costa Concordia, che ha scosso tutti ma che non potrà mai portare al ribasso statistiche e stime. «E' difficile fare previsioni per il futuro – ha commentato da Roma Roberto Martinoli, delegato per l'Italia dell'Ecc - al momento il naufragio della Costa Concordia non ha portato a una variazione significativa del trend di prenotazioni delle crociere».
Bisogna rassicurare l'opinione pubblica e l'incidente dell'Isola del Giglio, una volta chiarite le dinamiche, servirà sicuramente a migliorare ulteriormente la sicurezza a bordo. Da Londra il presidente e Ceo della Cruise Lines International Association (Clia), Christine Duffy (nella foto), anche per conto dell'Ecc e della Passenger Shipping Association (Psa), ha sollecitato l'International Maritime Organization (Imo) a realizzare «una valutazione dettagliata degli accertamenti sull'indagine della Costa Concordia» per fare in modo che «l'industria crocieristica resti uno dei settori ricreativi più sicuri al mondo». «Il settore delle crociere – ha aggiunto Duffy - è fortemente regolamentato in conformità con le severe norme dell'Organizzazione Marittima Internazionale, l'agenzia dell'Onu che impone standard internazionali». «A titolo d'esempio - ha ipotizzato Martinoli - si potrebbe prevedere un'esercitazione di abbandono nave per i passeggeri già prima della partenza dal porto e non entro le prime 24 ore di viaggio». Statisticamente, però ha osservato Martinoli, «si hanno sempre meno incidenti sulle navi, al loro interno c'è un'organizzazione allenata a gestire le emergenze e il personale ad alti livelli è accuratamente selezionato». Sulle cause dell'incidente del Concordia sono quindi tutti d'accordo: errore umano. «Premesso che attendiamo il risultato delle indagini - ha concluso Martinoli - il problema non è l'inchino in sé, pratica che peraltro non esiste, ma il modo in cui si naviga: non si va sugli scogli. Sarebbe come andare in autostrada contromano».