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Logistica

Esenzione IVA trasporti, l'appello degli spedizionieri all'europa

Fedespedi, Clecat e il cluster europeo di categoria chiedono armonia fiscale tra gli Stati membri, supportando la petizione di Danish Shipping al Parlamento europeo

(Thank You (23 Millions+) views/Flickr)

Il cluster degli spedizionieri europei torna a chiedere all'Unione europea l'armonizzazione fiscale tra gli Stati memebri sulle attività di trasporto e spedizioni. Fedespedi, la Federazione Nazionale delle Imprese di Spedizioni Internazionali, richiama l'appello di 18 associazioni di categoria rappresentative del settore logistico a livello europeo, tra cui Clecat, la federazione europea di riferimento per i servizi di trasporto, che in una dichiarazione congiunta di inizio luglio hanno supportato la petizione dell'associazione danese Danish Shipping sottoposta nel 2022 al Parlamento europeo, la quale sollecita gli Stati Membri e la Commissione europea a rivedere le linee guida del comitato IVA, che hanno reso meno uniforme il regime di non imponibilità per le imprese tra gli Stati membri.

La petizione di Danish Shipping, che definisce l'assetto fiscale delle attività di trasporto in europea come un mosaico, chiede al Parlamento europeo di rivedere le linee guida del Comitato IVA del 2019 e di affermare l'estensione della non imponibilità IVA per tutta la filiera del trasporto che concorre alla realizzazione delle operazioni di spedizioni internazionali. La richiesta ha dalla sua le disposizioni del Codice doganale dell'Unione, entrato in vigore nel 2016, negli anni di due importanti sentenze della Corte di Giustizia Ue del 2016 e del 2017 in materia (la C-288/16 e la C-495/17). La petizione, discussa a fine giugno, ha visto l'opposizione della Commissione europea, mentre la commissione parlamentare per le petizioni, invece, ha rivolto un invito a tutti gli Stati membri a lavorare alla revisione di queste linee guida.

Presentando la petizione, Danish Shipping ha spiegato che quando un prodotto viene trasportato al di fuori dell'Unione europea può essere piuttosto difficile determinare se l'IVA debba essere pagata o meno. Le attuali linee guida hanno di fatto rimosso l'esenzione IVA per il trasporto di merci e questo, afferma l'associazione danese, comporta molti problemi per tutti gli anelli della catena di trasporto, che ora in diversi paesi devono prima fatturare l'IVA al proprio cliente che poi richiede un rimborso.

«Facciamo nostro e supportiamo questo invito alle istituzioni - commenta il presidente di Fedespedi, Alessandro Pitto, - di rivedere le Linee Guida del Comitato IVA per portare chiarezza interpretativa alla normativa che disciplina il regime IVA per i servizi di trasporto internazionale. A seguito dell'emanazione della sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea del 2016 si è creta una spaccatura a livello di prassi nella Ue tra Stati Membri che hanno mantenuto l'impostazione interpretativa previgente e altri Paesi che si sono orientati verso un impianto più restrittivo del regime di non imponibilità in linea con il nuovo dettato giurisprudenziale.

«Come sottolineato nella dichiarazione congiunta a livello europeo - prosegue il Pitto - gli effetti dell'interpretazione restrittiva della disciplina IVA insieme con l'assenza di chiarezza interpretativa e di mancanza di armonizzazione a livello europeo comportano distorsioni dei traffici, costi e inefficienze lungo la supply chain, che aprono al rischio di frodi e penalizzano i flussi commerciali, la competitività del nostro export e delle imprese europee nel commercio internazionale e il mercato unico, cuore pulsante dell'Unione europea».

«Come federazione - conclude Pitto - ci allineiamo alla posizione condivisa dalle rappresentanze associative europee e confermiamo la nostra disponibilità a lavorare al fianco delle istituzioni in un confronto che favorisca uniformità e chiarezza interpretativa sulla disciplina IVA a beneficio della competitività dell'Unione Europea e del commercio internazionale».

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