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21 novembre 2024, Aggiornato alle 16,10
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Politiche marittime

Eolico offshore, Federlogistica preoccupata per la stretta annunciata da Sgarbi

La recente dichiarazione del sottosegretario al ministero dei Beni culturali mostra la solita ingerenza del dicastero sugli investimenti portuali, secondo il presidente Merlo

(Øyvind Holmstad/Flickr)

Il rischio di un ruolo invasivo del ministero dei Beni culturali sulla pianificazione e gestione dello spazio marittimo del Paese, che sta trovando conferma anche con il nuovo governo, e una radicalizzazione che penalizzi «in modo devastante» l'economia del mare, si stanno ripresentando in una «sconcertante continuità con l'esecutivo precedente». È l'opinione del presidente di Federlogistica, Luigi Merlo, che in una nota avvisa su questa possibile ingerenza.

«Non possono non generare grande preoccupazione - spiega Merlo - le recenti dichiarazioni del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, che ha annunciato che chiederà alle sovrintendenze di porre più vincoli possibile per quel che riguarda gli impianti eolici. Sapendo che gran parte delle richieste formulate dagli operatori riguardano impianti offshore, si conferma la nostra preoccupazione per il ruolo invasivo e condizionante del ministero dei Beni culturali per quel che riguarda la pianificazione dello spazio marittimo. A titolo di esempio, è il caso di sottolineare che proprio l'energia eolica in mare potrebbe rappresentare una delle poche soluzioni per alimentare con energia pulita l'elettrificazione delle banchine portuali di cui si parla spesso a sproposito da mesi».

«Ci auguriamo che il nuovo governo segni una discontinuità rispetto all'impostazione che aveva proposto il ministro Enrico Giovannini e che ora esce rinvigorita e rafforzata nelle dichiarazioni del sottosegretario Sgarbi: il rischio cogente è quello di bloccare lo sviluppo dell'economia del mare nel nostro Paese. Nell'augurarci – conclude il presidente di Federlogistica - che il ministro Sangiuliano non condivida le posizioni estreme del suo sottosegretario, auspichiamo in ogni caso che i ministri Salvini e Musumeci forniscano subito precise garanzie circa la loro titolarità a dettare e gestire le politiche del mare, senza delegarle in bianco al ministero dei Beni culturali».

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