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10 aprile 2025, Aggiornato alle 14,10
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Eventi

Due relitti in Adriatico recuperati dalla Ca' Foscari

Si tratta di navi dell'XI e XVI secolo che l'ateneo veneziano sta studiando in collaborazione con il dipartimento di archeologia di Zagabria


Non gode di buona fama il cosiddetto "scoglio di San Paolo" che affiora al largo dell'isola di Mljet, in Croazia. Lo chiamano così perché, secondo la leggenda, la nave che portava il santo affondò proprio dopo aver urtato l'insidiosa roccia. In quelle acque fece naufragio nel sedicesimo secolo anche un mercantile veneziano proveniente da Costantinopoli con un carico di ceramica turca della città di Iznik. Poco distante da un'altra nave della Serenissima che nell'undicesimo secolo seminò, sul fondale digradante, un carico di vetri di area palestinese ed anfore del Mar Nero che si presume contenessero vino. Lo testimoniano oggi i due relitti sui quali una missione del dipartimento Studi umanistici dell'Università di Cà Foscari di Venezia (in collaborazione con il dipartimento di Archeologia dell'Istituto per il restauro di Zagabria) ha effettuato le prime indagini archeologiche subacquee, grazie ai finanziamenti della Regione Veneto.
"Il relitto del sedicesimo secolo - ha spiegato all'Ansa Carlo Beltrame, docente di archeologia marittima, che ha coordinato la missione con Sauro Gelichi - dopo l'impatto con lo scoglio è scivolato su un fondale molto profondo, tra i 35 e i 47 metri, e questo ha richiesto un'organizzazione particolare negli scavi, con l'utilizzo tra l'altro di speciali miscele d'ossigeno. Abbiamo quindi analizzato i resti dello scafo ligneo, trovando, oltre alla rarità della campana di bordo, che ci ha permesso di datare la costruzione al 1567, ancore, artiglieria in bronzo e oggetti di vita di bordo, avendo la conferma che si trattava di un'imbarcazione veneziana per la presenza di ceramiche venete, artiglierie veneziane e ossa di maiale, che ne hanno escluso l'origine araba". Quanto al relitto più antico, già noto dagli anni Sessanta e giacente su un fondale più basso (una trentina di metri), ma sul quale, prima dello scavo vero e proprio, erano stati effettuati in passato solo piccoli interventi, Beltrame ha spiegato che "fondi permettendo sarà necessario tornarci in settembre. "E' l'unico relitto di quel periodo nell'area. E' quindi fondamentale per conoscere le rotte medievali, in cui Venezia iniziava a controllare pienamente l'Adriatico, e le rotte da Costantinopoli".

Nella foto l'aula Baratto del Ca' Foscari