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20 febbraio 2025, Aggiornato alle 18,59
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Infrastrutture - Logistica

Dragaggi, per Federagenti bisogna mapparli e attuare lo scambio di materiale fra i porti

Il presidente Pessina propone come modello il caso che riguarda Genova e La Spezia

Paolo Pessina

Tempi "drammaticamente lunghi ma anche oggetto della massima incertezza" quelli relativi ai dragaggi nei porti italiani. "Il caso di La Spezia e Genova – sostiene il presidente di Federagenti, Paolo Pessina – può fornire una soluzione immediata ed efficace: dragare i fondali nei porti dove esiste la necessità cogente di farlo e spostare i materiali per riempire struttura, molte delle quali a tenuta stagna, nei porti che sono impegnati nella realizzazione di queste infrastrutture"

"Sembra il segreto di pulcinella – continua Pessina – ma proprio la porta schiusa dall'integrazione fra Genova, impegnata nella realizzazione della diga e nel riempimento dei cassoni e La Spezia, impegnata con un ritardo di quasi un decennio, nel dragaggio dei fondali fornisce una soluzione che potrebbe in tempi brevissimi essere clonata in altri porti".

Secondo Federagenti è quindi necessario in tempi brevissimi procedere a una mappatura "in & out", ovvero dei porti che devono liberarsi di materiali sui fondali per poter disporre di pescaggi in grado di far entrare le navi di maggior tonnellaggio e porti che hanno necessità di materiali per riempimento di cassoni, nuove infrastrutture di riempimento, casse di colmata".

Come agenti – conclude Pessina – e quindi come conoscitori delle varie realtà ed emergenze portuali, siamo disposti a mettere a disposizione la nostra conoscenza per realizzare una semplicissima banca dati che bypassi i vari soggetti autorizzativi, semplificando le procedure esattamente come accade in nord Europa dove i dragaggi sono considerati a ragione semplici lavori di manutenzione".