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17 ottobre 2024, Aggiornato alle 18,15
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Diga foranea di Genova, Marevivo: "Questo decreto minaccia la vita del mare"

Secondo l'associazione, il provvedimento normativo, semplificando le procedure, rischia di non tener conto delle prescrizioni contenute nelle norme ambientali vigenti


Marevivo mette in guardia sulle possibili ricadute ambientali del progetto relativo alla diga del porto di Genova. "Il governo – spiega l'associazione in una nota – ha appena approvato un decreto legge ‘Salva-diga' che conferisce al commissario straordinario, il sindaco di Genova Marco Bucci, la responsabilità dei lavori della diga foranea, scavalcando valutazioni regionali e nazionali in materia di impatto ambientale. In passato Marevivo aveva già espresso molte perplessità riguardo al progetto della diga foranea, in mancanza di adeguate analisi scientifiche sui potenziali effetti sull'ecosistema del Mediterraneo occidentale e di uno studio approfondito sulle dinamiche oceanografiche".

"La diga del porto di Genova – precisa Marevivo - è una delle opere più costose finanziate con i fondi del PNRR che dovrebbero essere in gran parte dedicati alla transizione ecologica. A parte le problematiche legate alla prossimità dell'opera rispetto a canyon sottomarini, con possibili ripercussioni sui regimi correntizi del Golfo di Genova, è ora impellente la decisione sulla scelta dei materiali (si propone di utilizzare inerti contaminati che, per legge, non potrebbero essere smaltiti con quella modalità) con cui riempire i 4 cassoni già messi in posa, che devono essere stabilizzati per impedirne il collasso causa maltempo. Se una mareggiata violenta dovesse ribaltare o rompere i cassoni, quel materiale - qualunque esso sia - si riverserebbe in mare".

Secondo l'associazione ambientalista, "vista l'urgenza dell'opera spunta, quindi, un decreto ‘Salva-diga' che semplificando le procedure rischia di non tener conto delle prescrizioni contenute nelle norme ambientali vigenti. Non possiamo anche non ricordare che i decreti attuativi della Legge Salvamare non sono ancora stati emanati, mentre si procede d'urgenza per decretare la fattibilità di interventi che potrebbero causare problemi all'integrità dell'ambiente marino. La scelta delle opere pubbliche prioritarie non può prescindere dalla valutazione della loro capacità sia di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Developmment Goals) dell'Agenda ONU 2030 sia di non nuocere in modo significativo (secondo il principio di DNSH - DO NOT SIGNIFICANT HARM) agli obiettivi ambientali, secondo quanto previsto dal regolamento europeo sulla tassonomia".

Marevivo chiarisce di non essere aprioristicamente contraria a opere che hanno costi ambientali, come le piattaforme eoliche offshore, a patto che i benefici ambientali derivanti da queste opere superino di gran lunga i costi ambientali da esse causate anche a fronte dei costi del "non intervento" che non modifica le modalità con cui oggi produciamo energia.

"Per questo chiediamo al governo - conclude Marevivo - di considerare, con spirito di responsabilità, i costi ambientali di questo punto del decreto-legge, confrontandoli con i benefici che ne deriverebbero, valutando delle modifiche in sede di conversione in legge. Ci auguriamo che il commissario straordinario, a cui è stata data questa enorme responsabilità valuti con attenzione l'impatto sulla vita del mare".