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22 novembre 2024, Aggiornato alle 15,09
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Cyber attacco a Maersk. Il gruppo: "Stiamo valutando i danni"

La compagnia danese ha ripristinato le comunicazioni e le funzioni web, ma un'analisi dei servizi e tutt'ora in corso


di Marco Molino 

"L'impatto complessivo sulla nostra attività è in fase di valutazione". Lo scrive sul suo sito il colosso danese dei trasporti marittimi Moller-Maersk, vittima nelle ultime 48 ore di un micidiale attacco hacker che ha colpito numerose società ed enti governativi in diverse aree del mondo. Un comunicato algido, misurato, che ha il principale obiettivo di tranquillizzare i clienti, ma basta poco per comprendere come l'imperturbabilità scandinava dei vertici del gruppo armatoriale sia stata messa a dura prova dall'improvviso blocco di molti sistemi informatici.

Per creare il caos, i pirati telematici hanno utilizzato un tipo di virus chiamato "ransomware", che rende inaccessibili i dati e le funzioni informatiche allo scopo di chiede un riscatto per sbloccarli. Un attacco del genere si è verificato il mese scorso ed ha colpito, tra gli altri, anche diversi ospedali in Gran Bretagna. Questa volta c'è andata di mezzo anche la centrale nucleare di Chernobyl. Alla Maersk sono andate in crisi molte attività, a cominciare da quelle di 17 terminal portuali controllati dal gruppo in varie parti del globo. Non solo i siti internet e la posta elettronica sono stati a lungo inaccessibili, ma addirittura i telefoni degli scali coinvolti (compreso due a Rotterdam) sono rimasti muti per molte ore.

Maersk rende noto che tutte le navi della flotta sono controllate e, in questo momento, pienamente operative. "I dipendenti sono sicuri e la comunicazione con l'equipaggio e la gestione a bordo sta funzionando – spiega la compagnia. – Siamo in grado di accettare nuovamente le prenotazioni tramite INTTRA". Dunque, tutto è tornato normale? Non proprio, visto che "l'impatto complessivo" del cyber attacco non è stato ancora interamente valutato. E per una società che punta su precisione e affidabilità per promuovere i suoi servizi nel mondo, si può stimare che il danno – quantomeno d'immagine – sia stato già piuttosto grave.