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22 novembre 2024, Aggiornato alle 15,09
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Politiche marittime

Crisi e automazione, porto di Rotterdam in sciopero

Erano 13 anni che i dipendenti dello scalo non protestavano. Nei prossimi anni potrebbero perdersi fino a 800 lavoratori (su 3,500) a causa del calo dei traffici e dell'automazione dei terminal container


I tagli al costo del lavoro cominciano a farsi sentire anche nel ricco northern range dei porti. Dopo 13 anni senza neanche una protesta, il porto di Rotterdam torna a scioperare. I sindacati Christelijk Nationaal Vakverbond (Cnv) e Federatie Nederlandse Vakbeweging (Fnv) il 7 gennaio sono stati fermi ventiquattr'ore dopo aver constatato il rischio concreto che nei prossimi anni possano perdersi tra i 200 e gli 800 posti di lavoro. 
La causa è doppia. Da un lato il calo costante mondiale della domanda di traffico che dal 2008 sta portando sulle banchine del porto olandese sempre meno navi e sempre meno piene di container, con il conseguente calo del carico di lavoro. Nello stesso tempo i bassi costi di costruzione delle portacontainer stanno portando a sfornare continuamente nuove navi che finiscono poi per viaggiare mezze vuote. In secondo luogo c'è una ragione tutta locale: il processo di automazione dei terminal, che richiedono sempre meno persone e sempre più macchine per funzionare. L'ultimo esempio viene a pochi chilometri da Rotterdam, al terminal di Maasvlakte, inaugurato a settembre, che ha una capacità di movimentazione in linea con i più grandi terminal del mondo e nello stesso tempo, caratteristica unica, pochi addetti a terra grazie al movimento di gru e sistemi di trasporto automatizzati.
«Il risultato a cui si giungerà nei prossimi anni con l'adozione dell'automazione nel settore dei container e con la costruzione della seconda area portuale al Maasvlakte sarà la perdita di centinaia di posti di lavoro, che nel peggiore dei casi potranno arrivare a 800 unità» spiegano i due sindacati. La cifra è molto alta, quasi un quarto della forza lavoro del porto di Rotterdam che conta circa 3,500 unità. «Nell'automazione - ha sottolineato Niek Stam, rappresentante della sezione porti della FNV - sono stati investiti milioni di euro, ma nessuno ha pensato alla perdita dei posti di lavoro».
I sindacati chiedono la "blindatura" occupazionale fino al 1° luglio 2020, con possibilità di proroga dell'accordo se l'andamento dei traffici resterà invariato. Per ora l'Autorità portuale di Rotterdam non ha dato cenni di adesione alla proposta (da qui lo sciopero). Oggi si terrà un incontro tra le parti, nel quale possa maturare «un accordo che offra reali prospettive ai lavoratori, con garanzie di occupazione» commenta Albert van Damme della Cnv.
 
fonte: Informare