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21 aprile 2025, Aggiornato alle 18,23
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Costa Crociere, prenotazioni in calo del 35%

Tenendo conto anche della crisi, l'effetto Costa Concordia si fa sentire. Intervistato da La Stampa il presidente Costa Crociere Pierluigi Foschi parla della situazione della compagnia. "Un marchio a rischio fallimento"


Costa Crociere è una società che non rischia di fallire in quanto ad azienda ma, dopo l'incidente della Costa Concordia, il suo marchio è stato irrimediabilmente compromesso. Pierluigi Foschi, presidente Costa Crociere, torna a parlare della situazione del gruppo crocieristico a un mese esatto dalla tragedia dell'Isola del Giglio. Intervistato da La Stampa in occasione della messa di Roma per le vittime del naufragio, Foschi ha parlato a tutto campo.
Le nuove misure al vaglio del governo che prevedono il divieto di navigazione entro due miglia dalla costa diverranno presto legge, a meno di modifiche importanti. Al momento, la misura subito entrata in vigore all'indomani dell'incidente viene dall'Europa dove le tre principali associazioni crocieristiche (Ecc, Clia e Psa) hanno imposto con effetto immediato l'obbligo di esercitazione prima della partenza. Anche Costa Crociere però non è ferma. «Stiamo valutando – afferma Foschi - un nuovo sistema elettronico che, una volta tracciata la rotta, la rimbalzi a terra al nostro centro di controllo per poter verificare in tempo reale che venga effettivamente eseguita».   
Com'era prevedibile, dove la compagnia ha accusato un tracollo è stato nelle prenotazioni. «Siamo sotto di un 35% rispetto allo scorso anno. Certo, c'è la crisi e ci aspettavamo un anno difficile. Ma è evidente che il naufragio pesa». E sul rischio fallimento, il presidente precisa: «Costa Crociere ha un capitale netto di svariati miliardi di euro. La società è solida» ma se non fallisce come società «potrebbe fallire come marchio».