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14 marzo 2025, Aggiornato alle 18,16
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Costa Concordia, il rebus dei dispersi e del carburante

Riprendono le operazioni di soccorso. L'incertezza sul numero dei dispersi. Le possibili conseguenze legate ad un "alleggerimento" della nave dopo il pompaggio del carburante. Poco distante, un piccolo abisso di circa 80 metri di Paolo Bosso  


Il problema principale nella conta delle vittime della tragedia del Costa Concordia risiede nel numero totale dei passeggeri. 4mila persone da censire sono tante. Se ci si mette pure il fatto che molte sono tornate a casa in autonomia, come alcuni tedeschi che hanno noleggiato un'auto per tornare nel proprio paese, le cose si complicano. La triste notizia è che i dispersi non sono più 16, ma di più. Molti di più? Il prefetto di Grosseto, tra le fonti più attendibili nell'incertezza generale, parla di 29 persone, di cui 6 italiane, ma poi puntualizza: «Un possibile scostamento a scendere ci potrebbe essere». Ad esempio nel momento in cui qualcuno chiami da casa sua e dica: "Sono qui, sono vivo". Ma più passa il tempo, più improbabile diventa lo "scostamento a scendere".
La nave è poggiata su un basamento di roccia e sabbia. Poco distante, un piccolo abisso che va dai 70 ai quasi 90 metri. Per i soccorritori la sfida è multipla: cercare la gente rimasta intrappolata, stare attenti a non rimanere a loro volta incastrati tra le lamiere, monitorare i piccoli spostamenti del colosso da 114mila tonnellate, infine lottare contro il tempo, sia per i possibili sopravvissuti sia perché il carburante potrebbe fuoriuscire. 
Già. Il pericolo ambientale, altro fronte dell'emergenza. Costa Crociere si è affidata alla società olandese Smit&Salvage che, con 140 anni di esperienza nel rimorchio e nella riparazione dei relitti, è sicuramente una delle migliori al mondo per questo tipo di interventi. Attorno alla nave si stanno sistemando le "panne", grossi rotoli che servono a contenere o assorbire le possibili fuoriuscite. L'operazione è complicata, perché non si tratta semplicemente di aspirare il carburante. Se si riuscissero a togliere 2mila tonnellate di peso (più o meno il contenuto del bunker) il comportamento della nave diventerebbe imprevedibile con il rischio che, alleggerendosi, possa ancor più facilmente scivolare lungo la scarpata e inabissarsi. Proprio quest'ultimo fattore sarà un altro elemento di cui dovrà occuparsi Smit&Salvage. Una piattaforma proveniente da Livorno, che pare sia capace di sollevare fino a mille tonnellate, sarebbe giunta presso le coste toscane per pompare il carburante. Ci sono attualmente chiazze oleose che circondano la nave, ma è al momento impossibile stabilire se provengano dai serbatoi dei relitto o siano un insieme di "rifiuti" vari: non dimentichiamo che la nave ospitava un piccolo paese con a bordo di tutto.
Intanto la nave si muove. Ieri pare si sia sollevata di pochi centimetri per poi ricadere sull'instabile fondale fatto di scogli e sabbia. Il ministro dell'Ambiente Corrado Clini è pronto a chiedere lo stato di emergenza al prossimo Consiglio dei Ministri.  
 
Paolo Bosso