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14 marzo 2025, Aggiornato alle 18,16
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Costa Concordia, Foschi: "Troppi ritardi"

In audizione al Senato, il presidente Costa Crociere spiega le dinamiche del naufragio. Nessuna avaria, i sistemi di sicurezza hanno funzionato, ma tra l'allarme e l'ordine di evacuazione è passato troppo tempo


Troppo tempo tra l'allarme e l'ordine di evacuazione. Pierluigi Foschi, presidente Costa Crociere, ammette pubblicamente l'errore (uno dei) commesso nella notte del 13 gennaio quando la nave da crociera Costa Concordia è naufragata di fronte le coste dell'Isola del Giglio. «E' intercorso un lasso di tempo forse troppo lungo» ammette Foschi di fronte ai deputati. L'azienda però, sottolinea il presidente della compagnia, «non poteva fare nulla, perché il codice internazionale vieta all'armatore di intervenire sul comandante». Senza dimenticare che dalla nave «non abbiamo avuto informazioni corrette». In altre parole, le responsabilità del comandante Francesco Schettino restano.
La nave non aveva alcuna avaria, ha detto Foschi di fronte la Commissione Lavori Pubblici del Senato, nessuna anomalia «ai sistemi di sicurezza primari e secondari». Un dettaglio importante, che fuga ogni dubbio avanzato nei giorni scorsi che parlava di un mancato funzionamento delle porte stagne e di un'avaria del generatore di emergenza della nave, che non si è avviato autonomamente: «illazioni» sentenzia il presidente Costa Crociere. «Soltanto da una porta stagna c'è stato del trafilamento di acqua» ha spiegato Foschi. Un problema che - «stando ai rilievi fotografici, perché non abbiamo avuto accesso alla nave» - potrebbe esser dovuto allo scoglio che, conficcandosi nella carena della nave dopo l'urto, ha modificato la paratia stagna su cui è montata la porta. Anche il generatore di emergenza ha funzionato, ha affermato. Quello che «non è avvenuto automaticamente – continua Foschi - ed è stato fatto a mano è l'aggancio con la rete elettrica della nave», perché l'imput deve arrivare dalla consolle principale, che si trovava nella zona invasa dall'acqua. A proposito delle pompe di svuotamento di massa, che non sono entrate in funzione, Foschi ha spiegato che essendo collegate al motore principale, non sono partite quando c'è stato il black out dopo l'urto.
Infine, per quanto riguarda le esercitazioni del personale di bordo, Foschi è tornato a ribadire, come ha già fatto precedentemente, che «la legge prevede che tutto il personale sia sottoposto ogni 30 giorni ad operazioni di emergenza e salvataggio. La Costa – conclude il presidente Costa Crociere - le fa ogni 14 giorni. Andiamo oltre quanto richiesto».