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14 marzo 2025, Aggiornato alle 18,16
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Confitarma, la flotta, le priorità

Il presidente d'Amico ed il direttore Fiore intervengono sui temi caldi dello shipping. La flotta è forte ma va agevolata con misure che la rendano competitiva


«La situazione economica mondiale sta attraversando una fase veramente complessa ed è molto difficile fare previsioni. Di certo, si tratta di una crisi diversa da quella iniziata nel 2008 e ormai superata, perché quella attuale riguarda anche il sistema politico dell'UE e la sua incapacità di reagire prontamente e unitariamente agli attacchi della speculazione finanziaria globale». Nel suo messaggio di fine anno il presidente di Confitarma, Paolo d'Amico, affronta i temi più attuali dello shipping sostenendo che l'armamento italiano ha dato segnali di forte compattezza ed innovazione in quanto sono stati sviluppati gli investimenti ed ammodernata la flotta.
«Come operatore –ha detto d'Amico- posso dire che lo shipping italiano è stato in grado di fronteggiare la crisi economica mondiale con grande decisione, grazie anche agli investimenti ed al rinnovamento della flotta effettuati nel periodo pre-crisi. Siamo pronti a raccogliere la sfida globale anche in forza di una flotta che ormai ha superato i 18 milioni di gt ed è composta, per il 64% di navi con meno di 10 anni».
Poi, d'Amico ha parlato delle emergenze del settore che vanno risolte per non perdere la competitività ottenuta in questi anni. «Innanzitutto – dice - è di vitale importanza mantenere l'attuale architettura normativa del settore, che si basa sul Registro internazionale, istituito nel 1998 per sostenere la competitività della bandiera nazionale e per salvaguardare l'occupazione dei marittimi italiani».
Altra emergenza per il settore è l'eccessiva burocrazia che rappresenta un determinante fattore di debolezza competitiva, soprattutto in mercati che rispondono a logiche che vanno oltre quelle nazionali.
«Inoltre –continua- ormai da due anni il mancato rinnovo degli sgravi contributivi al cabotaggio con le isole minori penalizza gli operatori italiani rispetto a quelli europei in un mercato ormai liberalizzato, così come per proseguire lo sviluppo delle autostrade del mare è indispensabile non solo il rifinanziamento dell'ecobonus (cosa peraltro difficile), ma anche prevedere al riguardo una norma strutturale».
«Per quanto riguarda i nuovi mercati –conclude d'Amico- già prima che esplodesse la "primavera araba", abbiamo più volte sollecitato l'adozione di una politica per il recupero della leadership italiana nel Mediterraneo. Vista la posizione geografica dell'Italia e i rapporti che da sempre legano il nostro Paese con l'area Nord africana, dobbiamo sfruttare l'eccellenza di una flotta traghetti di bandiera che si posiziona ai vertici mondiali. Infine, vorrei ricordare che in alcune aree del mondo, snodi cruciali per il transito delle merci, la navigazione mercantile è messa a rischio dalla pirateria».
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Sui temi della burocrazia si è invece concentrato il messaggio che il direttore della Confitarma, Gennaro Fiore, ha voluto inviare non solo al mondo degli armatori ma anche alle Amministrazioni governative che con leggi e norme regolano la vita delle flotte.
«Nonostante  molte avversità per le cattive condizioni dei mercati –spiega Fiore- il nostro settore resiste e la flotta di bandiera italiana continua a crescere. Purtroppo, l'incertezza regna sovrana e sappiamo bene che le prospettive per il 2012 sono tutt'altro che rosee». In questo contesto, l'armamento italiano è più che mai determinato a proseguire sulla strada intrapresa 13 anni fa con la riforma della navigazione internazionale che ha consentito alla marineria nazionale di competere sullo stesso piano di concorrenti comunitari ed extracomunitari.
«Ma, come già nel 2000 ha evidenziato l'Unione europea, la competitività e il dinamismo delle imprese –sottolinea Fiore- dipendono direttamente da un contesto normativo propizio all'investimento, all'innovazione e all'imprenditorialità. Premesso che la prima esigenza è quella di preservare le misure che consentono la competitività del settore, occorre ora lavorare per diminuire i costi derivanti da oneri burocratici inutili e quindi dannosi per la competitività delle imprese armatoriali. Procedure burocratiche obsolete –prosegue il direttore di Confitarma- incidono sull'adozione di normative per l'attuazione di disposizioni internazionali e comunitarie, sul rilascio di certificati indispensabili per l'operatività delle navi e per l'imbarco di marittimi qualificati, per l'acquisto e la vendita di navi, e per tutta l'attività armatoriale».
La semplificazione dell'ordinamento marittimo e l'abrogazione di norme non più adeguate al mondo dello shipping, in continua evoluzione «sono operazioni tutto sommato semplici e che, soprattutto, non richiedono esborsi da parte della pubblica Amministrazione che comunque deve tutelare innanzitutto i pubblici interessi cioè gli interessi della generalità dei cittadini e delle imprese».
«E certamente –conclude il direttore Fiore- rientra nel pubblico interesse una marina mercantile in grado di affrontare nelle migliori condizioni possibili sia l'attuale crisi internazionale sia la futura ripresa».

Nella foto: dall'alto in basso il presidente d'Amico ed il direttore Fiore