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04 dicembre 2024, Aggiornato alle 16,22
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Armatori

Confitarma, Grimaldi: "Mezzo milione di occupati col mare"

All'assemblea degli armatori i numeri dello shipping, che in Italia va forte col cabotaggio. Al governo si chiede un nuovo ecobonus e meno stratificazione normativa


Pirateria, ambiente, migranti, occupazione, flotta nazionale e riforma della portualità. È un discorso a tutto tondo quello che oggi Emanuele Grimaldi ha fatto a Roma all'assemblea annuale di Confitarma, di fronte al ministro dei Trasporti Graziano Delrio (foto a destra). Una disanima con cui il presidente dell'associazione degli armatori italiani ha voluto sottolineare un valore preponderante dello shipping, il suo essere una "cura dell'acqua" per l'economia del Paese, un comparto logistico e industriale che dà lavoro a tante persone.
 
Un'industria che crea occupazione 
Le navi e i porti negli ultimi anni hanno portato più occupazione di qualunque altro comparto industriale del Paese. Anticipando un dato che verrà reso noto domani a Milano nel "V Rapporto sull'economia del mare" realizzato dal Censis e dalla Federazione del Mare, Grimaldi riferisce che i posti di lavoro in Italia legati alle attività marittime sfiorano il mezzo milione di persone. Oggi, rispetto alla fine degli anni '90, spiega Grimaldi, «l'occupazione marittima è aumentata del 59 per cento, dato ancor più rilevante se si pensa che gli occupati a livello nazionale sono aumentati solo del 5 per cento. Dall'inizio della crisi del 2008 ad oggi l'occupazione marittima è aumentata del 12,7 per cento, mentre l'occupazione in ambito nazionale è diminuita del 3,5 per cento. Oggi – continua il presidente Confitarma - la flotta mercantile italiana è più che raddoppiata rispetto alla fine degli anni '90 e, nonostante le riduzioni registrate negli ultimi anni di lunga crisi, è ancora pari a circa 17 milioni di tonnellate di stazza. Negli anni, il Registro Internazionale è stato migliorato, con misure che hanno consentito di equiparare i costi di esercizio delle navi italiane a quelli dei principali competitor stranieri, anche nei collegamenti di cabotaggio di lunga percorrenza e nelle crociere». Un quadro roseo per l'industria italiana dello shipping, forte anche del rinnovo del contratto collettivo di lavoro del settore marittimo firmato a luglio di quest'anno, che interessa 55mila marittimi e 8mila addetti a terra.

La forza del cabotaggio
All'Italia e agli organismi internazionali Confitarma chiede di non modificare l'impianto normativo che ha consentito soprattutto al traffico di cabotaggio delle autostrade del mare di restare competitivo. Anzi, Grimaldi ha rilanciato chiedendo al ministro Delrio la reintroduzione dell'ecobonus, o "marebonus", il sistema di rimborsi per i camion che si imbarcano sui traghetti. «Ciò che realmente riteniamo necessario, pena la perdita dei tanti risultati positivi raggiunti, è da un lato salvaguardare l'integrità del Registro Internazionale, dall'altro intervenire con energia ai fini di un'ampia e concreta semplificazione normativa» afferma Grimaldi.

Sburocratizzazione e riforma
Gli interventi normativi che gli armatori italiani chiedono al governo riguardano principalmente la sburocratizzazione attraverso la riforma dei porti, l'alleggerimento dei costi di bandiera, sanitari, di iscrizione delle navi e, infine, si chiede un nuovo regolamento passeggeri. Le navi italiane, spiega Grimaldi, hanno un costo aggiuntivo rispetto alle altre bandiere europee che può superare i 100mila dollari. 
A proposito della riforma dei porti, Confitarma chiede tre interventi: tariffe centralizzate, collaborazione tra "Autorità di sistema" e Capitanerie e un organismo pubblico indipendente che vigili sull'amministrazione delle autorità si sistema. «L'Italia – spiega Grimaldi - è solo 55esima per la qualità delle infrastrutture portuali. Ciò è di ostacolo al lavoro degli operatori marittimi. L'inefficienza del nostro sistema logistico-portuale non è più sostenibile dal Paese, che continua a perdere traffici a vantaggio dei grandi porti del Nord Europa. Il recente piano strategico nazionale della portualità e della logistica può rappresentare un punto di svolta per la riorganizzazione della portualità nazionale».

La flotta
Negli ultimi dieci anni sono stati investiti 15 miliardi di euro per la flotta italiana, che oggi conta il 60 per cento delle navi con un'età media inferiore ai dieci anni. Dal 2005 ad oggi sono state consegnate 436 navi con punte di rinnovamento rilevanti nei settori tanker (67%) e drybulk (74%).

Ambiente
Al governo Confitarma chiede un maggior investimento su innovazione e ricerca. L'Italia ha stanziato, afferma l'associazione, 100 milioni di euro per progetti innovativi di cantieri navali e imprese armatoriali, ma sono distribuiti in vent'anni, troppo poco.
Per lo shipping internazionale la sfida degli ultimi anni e del futuro è costituita dalle sempre più stringenti norme sulle emissioni, che verranno inserite a scaglioni nei prossimi decenni dall'International Maritime Organization (Imo). L'effetto di queste norme, le cui regole più ferree sono entrate in vigore quest'anno, si cominciano già a sentire: dal 2007 le navi mercantili nel mondo hanno ridotto le emissioni del 10 per cento, rappresentando soltanto il 2,2 per cento delle emissioni totali del globo. Sulla base del programma Imo, entro il 2025 le navi dovranno essere del 30 per cento più efficienti ed emettere nell'atmosfera la metà dello CO2 che immettono oggi.
Per gli armatori tutto questo significa enormi spese. Per questo si discute già da tempo di un "green climate fund" da 100 miliardi di dollari, di cui 2,5 versati direttamente dagli armatori del mondo. «A preoccupare – spiega Grimaldi - non è solo il costo crescente per gli investimenti necessari all'adeguamento alle norme internazionali, ma anche l'incertezza dovuta ad una proliferazione di regole internazionali, europee, nazionali e regionali che spesso si sovrappongono, sono differenti a seconda delle aree geografiche e di difficile applicazione». In particolare Confitarma chiede quattro interventi: entrata in vigore della Convenzione Imo sulle acque di zavorra; attuazione al livello locale delle normative sulla raccolta rifiuti; applicazione del regolamento europeo "Monitoring reporting verification; entrata in vigore in Italia del decreto legislativo 102 sull'efficienza energetica che recepisce una direttiva europea.

Migranti
Dal 2013 ad oggi, nel corso delle operazioni Mare Nostrum e Triton, le navi mercantili hanno effettuato 1,300 interventi, 42mila persone salvate. Dei 166mila migranti salvati nel Mediterraneo l'anno scorso, un quarto sono stati tratti in salvo dalle navi mercantili.

Pirateria
Terminata l'emergenza nelle coste orientali dell'Africa, e con essa l'impiego degli uomini della marina militare italiana a bordo di navi mercantili italiane, Confitarma traccia un bilancio: 350 viaggi protetti dai "nuclei armati di protezione" del battaglione San Marco. Ora, per chi vuole proteggere il carico della nave, deve affidarsi ai soli "contractors" privati. «Continueremo il dialogo avviato con il Viminale, affinché i servizio offerti dalle società di sicurezza private siano capillari, efficienti ed allineati al mercato anche sotto il profilo economico».