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18 aprile 2025, Aggiornato alle 18,44
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Concessioni Ue, Assiterminal preoccupata per l'Italia

Per l'associazione un'eventuale norma sul "documento europeo" sarebbe recepita in modo diverso tra le pubbliche amministrazioni del nord e del sud


Vatti a fidare della pubblica amministrazione, soprattutto quando si parla di porti italiani. Assiterminal è preoccupata per la nuova proposta del Parlamento Ue atta a creare un documento unico per tutte le concessioni. «Si rischia - afferma Luigi Robba, direttore di Assiterminal - di rendere ancora più pesanti i procedimenti di assegnazione delle concessioni ai terminalisti, mentre i porti del nord continueranno a decidere a propria discrezione». E questo non per concorrenza sleale da parte degli scali del nord, ma per l'inefficienza operativa della burocrazia del sud.
Le norme provenienti dal Parlamento europeo semplificano le procedure di gara attraverso la creazione di un "documento unico europeo di gara" che richiede soltanto un'autocertificazione, mentre la documentazione originale va presentata soltanto dal vincitore. In più, le offerte non saranno più giudicate sul solo valore economico ma anche sui criteri sociali e ambientali. Essendo una norma europea, verrà poi applicata dai singoli stati in modo diverso, ed è qui che Assiterminal manifesta la sua preoccupazione. Visto che, storicamente, in Italia i porti hanno un valore economico e strategico diverso dal nordeuropa (generalmente al ribasso), secondo l'associazione c'è il rischio, visto che di fatto si tratta di un aumento dei poteri delle pubbliche amministrazioni, che gli Stati mediterranei non tengano conto delle esigenze di equilibrio "esterno" con gli operatori del Nord, ma solo delle esigenze logistiche "interne". Insomma, Assiterminal è contraria alla proposta Ue, ma più per come possa essere recepita dall'Italia che per le misure in sé. Il tempo per discuterne c'è, visto che il Parlamento si è astenuto dalla votazione finale, lasciando il tempo della negoziazione al Consiglio europeo e alla Commissione. 
Gli operatori temono un aumento del gap tra nord e sud. «La direttiva - spiega Robba - esclude dal proprio campo di applicazione le aree portuali, ma non è chiaro che cosa succede se c'è un regime concessorio. L'Europa settentrionale, dove vale il regime di assegnazione dei terminal di tipo locativo, molto simile all'affitto di un appartamento, è così esclusa. Invece non si parla delle concessioni portuali, come quelle assegnate in Italia, Portogallo, Spagna e Francia. Si crea una possibile interpretazione diversificata a seconda del regime, quando il mercato dell'handling portuale è lo stesso dappertutto».