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22 novembre 2024, Aggiornato alle 15,09
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Infrastrutture - Logistica

Concessioni e autorizzazioni portuali, le associazioni contestano la delibera A.R.T.

Assiterminal, Assologistica, Fise Uniport, Ancip e Confetra ritengono che l'Autorità di Regolazione dei Trasporti abbia invaso un campo di esclusiva competenza del Mit


Disappunto e forte preoccupazione. Con queste parole comincia il comunicato congiunto – sottoscritto da Assiterminal, Assologistica, Fise Uniport, Ancip e Confetra – concernente la delibera A.R.T. n. 156/2017 e relativi documenti accompagnatori, con la quale l'Autorità di Regolazione dei Trasporti, ha sostanzialmente ritenuto di poter entrare nel merito dei procedimenti di rilascio delle concessioni e autorizzazioni e relativi procedimenti, di cui agli artt. 16 e 18 della L. n. 84/94.


"Riteniamo – si legge nel comunicato – che a questa delibera non debba essere riconosciuto alcun valore di regolazione, poiché non rientra nelle competenze di A.R.T. diramare criteri e/o misure circa le sopra citate concessioni ed autorizzazioni, materia che ai sensi di legge ricade nell'esclusiva competenza del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e delle Autorità di Sistema Portuale".


"A nome dei nostri associati – spiegano i firmatari della nota – non possiamo più tollerare azioni di questo tipo, che costituiscono l'esatto contrario dei processi di sburocratizzazione e di semplificazione di competenze in materia portuale tanto sbandierati quanto disattesi da iniziative del genere, poiché esse determinano ambiguità, irrazionalità e profonda incertezza per l'attività, già adeguatamente regolata, degli operatori portuali interessati, i quali sono impegnati a reggere un'agguerrita competizione straniera".


"Nel settore dell'handling portuale – prosegue il comunicato congiunto – non esiste in Europa nessun Paese che abbia una regolamentazione tanto complessa quale è divenuta ora quella italiana, con l'aggravante dell'iniziativa ora adottata da A.R.T. Ciò genera un evidente danno, sia verso il consolidamento dei terminal operators italiani, sia per l'attuazione e lo sviluppo di investimenti da parte dei medesimi, in un settore che è aperto alla più ampia concorrenza internazionale e che non può essere assolutamente confuso o assimilato ad un servizio di pubblica utilità".


"Onde evitare inutili e dispendiosi contenziosi – conclude la nota delle cinque associazioni di settore – si auspica in un intervento del ministro delle Infrastrutture, nonché nella presa di posizione da parte dell'Associazione rappresentativa delle Autorità di Sistema portuale; si confida quindi che A.R.T. sia indotta ad accantonare detta delibera, che, come detto, riteniamo non abbia i requisiti di legittimità".