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28 novembre 2024, Aggiornato alle 10,33
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Politiche marittime

Civitavecchia, i sindacati: "Il porto non assorbe gli esuberi"

In vista dello sciopero del 17 dicembre, Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti del Lazio scrivono a Zingaretti e governo per denunciare una situazione complicata

La banchina per le crociere nel porto di Civitavecchia (Mike McBey/Flickr)

Le strutture nazionali di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti hanno proclamato per il 17 dicembre lo sciopero nazionale dei porti, con «motivazioni fortemente impattanti e condivise», ovvero: autoproduzione, sicurezza sul lavoro, fondo di accompagnamento alla pensione, modifiche art.18 l.84/94 e lavoro usurante. Lo rendono noto i sindacati del Lazio scrivendo una lettera agli enti locali e al governo, sottolineando come i problemi più gravi attualmente siano nei porti di Civitavecchia e Gaeta, dove «a causa della crisi strutturale dei traffici accentuata dalla pandemia» si potrebbe sfociare «a brevissimo tempo in una grossa crisi sociale ed occupazionale».

Filt-Cgil di Roma e Lazio, Fit-Cisl Lazio e UilTrasporti Lazio hanno scritto una lettera a governatore della Regione, Nicola Zingaretti, al vice Daniele Leodori; ai parlamentari e alle parlamentari eletti nel Lazio; agli assessori alla Mobilità, al Lavoro e allo Sviluppo Economico, Mauro Alessandri, Claudio Di Berardino e Paolo Orneli; al presidente dell'Autorità di sistema portuale del Tirreno Centro Settentrionale, Pino Musolino; e al sindaco di Civitavecchia, Enrico Tedesco.

«Mentre nel porto di Gaeta bisogna consolidare i segnali positivi dei traffici in aumento – si legge nella missiva -, attualmente su Civitavecchia i pochi traffici strutturali presenti, in attesa della ripresa delle crociere, non consentono una visione ottimistica del futuro; solo una parte delle imprese portuali, delle società di interesse generali oltre che della stessa Compagnia Portuale di Civitavecchia, ha sospeso l'utilizzo degli ammortizzatori sociali Covid e senza tale strumento è forte la possibilità dall'inizio del prossimo anno di ristrutturazioni aziendali con procedura di licenziamento collettivo, non essendo il porto ad oggi nelle condizioni di assorbire all'interno del suo stesso sistema gli esuberi prodotti».

«Si ritiene necessario chiedere alle istituzioni – prosegue la lettera - di aprire un ragionamento di sistema sui porti di Civitavecchia e Gaeta in un'ottica di vera programmazione di sviluppo dell'intera area portuale e retroportuale, adoperandosi come avviene in tutto il resto dei porti italiani a creare e favorire quelle condizioni ad oggi assenti". I porti possono infatti rappresentare un volano se valorizzate in quanto "anello di congiunzione delle attività logistiche, produttive e distributive».
«Pertanto, dopo aver specificato anche il senso locale più ampio della protesta – si conclude - , si richiede la convocazione urgente di un tavolo alla presenza di tutte le parti sociali coinvolte e le istituzioni afferenti al territorio, al fine di individuare le giuste soluzioni necessarie al mantenimento della coesione sociale del territorio oggi fortemente a rischio ed individuare». 

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