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11 aprile 2025, Aggiornato alle 13,39
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Politiche marittime

Che cos'è il Polar Code

L'Imo ne ha discusso in questi giorni a Londra. Verrà implementato nel 2017 e prevede nuovi standard per le navi che navigano in Artico e Antartico


di Redazione 
 
L'aumento del traffico commerciale nelle di rotte delle acque polari ha determinato nel tempo la necessità di approvare nuove norme che garantiscano la sicurezza della navigazione e la tutela dell'ambiente in questi tratti di mare. Ma chi si occuperebbe di creare queste leggi? Ovviamente l'unico organismo preposto a farlo al livello internazionale, l'International Maritime Organization (Imo), convenzione autonoma dell'Onu nata nel 1959.
Il sistema di norme per la navigazione in acque polari si chiama International Code for Ships operating in Polar water, o più semplicemente Polar Code. Mira a regolare gli aspetti tecnici che possono essere causa da imprevisti nella navigazione polare, in particolare riguardo la costruzione delle navi, alla preparazione dei marittimi e alle operazioni di salvataggio. Scritto nel 2010, il codice dovrebbe essere implementato nel Solas (convenzione Imo sulla salvaguardia della vita in mare, qui un elenco delle convenzioni più importanti) per novembre di quest'anno.
Il sub-comitato dell'Imo Ship Design and Construction, che si occupa delle tematiche relative alla costruzioni delle navi, ha presentato il risultato del proprio lavoro, sottoponendo una bozza che è stata discussa con parere favorevole al Maritime Safety Committee (Msc) tenutosi a maggio. L'Msc dovrà decidere nella prossima sessione di novembre in merito all'adozione del Capitolo XIV della Solas, "Safety measures for ships operating in polar waters". Qualora venga approvato, una parte del Polar Code relativo alla sicurezza diventerebbe obbligatorio per le navi che navigano in queste acque.
Questo è l'aspetto che riguarda la sicurezza. A proposito dell'ambiente, invece, le norme non vanno implementate nel Solas ma nel Marpol (convenzione Imo per la prevenzione dell'inquinamento), soprattutto nelle Sezioni I (prevenzione inquinamento), II (sostanze liquide nocive), IV (liquidi di scarico), V (rifiuti). La prossima sessione del "Maritime Environment Protection Committee"  discuterà dell'approvazione. 
Per navigare nell'Artico e nell'Antartico, il Code prevede che le navi abbiano uno specifico certificato, diviso in tre classi a seconda della capacità della nave di affrontare le acque polari. Classe A per le rompighiaccio; B per navi che non hanno la stessa struttura ma possono affrontare situazioni di acqua ghiacciata; C per le navi abilitate alla navigazione in acque che presentano minori difficoltà tecniche che per le altre due categorie. Il certificato sarà rilasciato in base alle specifiche tecniche della nave e alle informazioni riguardanti le potenziali operazioni di salvataggio della nave e dei passeggeri, e all'impatto ambientale.
L'interesse nelle regioni artiche è molto forte. Nei prossimi anni assisteremo a un aumento dell'utilizzo delle risorse del sottosuolo, maggior turismo e un incremento di navi che utilizzeranno l'Artico per andare dall'Asia all'Europa. In previsione di queste attività, è fondamentale che le navi siano pronte per attraversare queste acque e che i marittimi abbiano l'adeguata preparazione.
In ogni caso, anche se la sua stesura terminerà ad autunno, sembra difficile che il Codice possa entrare in vigore prima del 2017.